A Riccione un certo Robert Doisneau

Pubblicato in Dal mondo dei musei, News

24 Lug 23 A Riccione un certo Robert Doisneau

Quel celebre bacio appassionato lo conosciamo un po’ tutti e in tanti, probabilmente, lo abbiamo guardato anche con un pizzico d’invidia. L’autore del “Bacio all’Hôtel de Ville”, una delle foto più iconiche di Parigi e del secondo Novecento, sarà in mostra a Villa Mussolini a Riccione fino al 12 novembre 2023. “Un certain Robert Doisneau”, dedicata al grande fotografo francese, si compone di oltre 140 scatti in bianco e nero e a colori dagli anni Trenta alla fine degli anni Ottanta, attraverso una narrazione che abbraccia la sua arte e la sua vita. Sono scatti dal suo album di famiglia, ma soprattutto con la sua Parigi, in particolare la periferia dove è nato, nel 1912, e cresciuto.

È la Parigi della banlieu, non la Parigi del centro che noi conosciamo, quindi una Parigi popolare, più autentica“, come spiega Roberto Mutti, storico e critico della fotografia, nel servizio sul Tgr Rai > guarda qui

La mostra è realizzata a partire dalle stampe originali della collezione. Un ambizioso progetto delle figlie del grande fotografo, Francine Deroudille e Annette Doisneau, che hanno selezionato le immagini della mostra ripercorrendo tutto il lavoro del padre.

L’esposizione, curata dall’Atelier Robert Doisneau, è promossa dal Comune di Riccione, organizzata da Civita Mostre e Musei e Maggioli Cultura, con la collaborazione di diChroma Photography e Rjma Progetti culturali.

Sito web mostra per info > clicca qui

ROBERT DOISNEAU: Parigi, i sobborghi, i bambini, gli eventi mondani

Disobbedire mi sembra una funzione vitale e devo dire che non me ne sono mai privato. Quando il vecchio delinquente che è in me vede persone serie, quali i conservatori di musei e i bibliotecari, dare tanta importanza a quelle immagini spigolate in circostanze illegali, mi sento pervadere da un delizioso senso di gioia”, diceva Robert Doisneau.

Il percorso espositivo si apre con una sezione introduttiva, Robert Doisneau, che presenta le vicende biografiche del grande fotografo, illustrate anche con una serie di scatti tratti dall’album di famiglia, dall’anno della sua nascita al ritratto del 1985 nel suo atelier di Montrouge.

La sezione successiva, Paris, è dedicata alla capitale francese, alle sua piazze, ai suoi palazzi e in particolare alla banlieue dove Doisneau è nato e cresciuto, documentando i profondi mutamenti della città, dalle tragedie della guerra fino agli anni ’80. La sezione comprende alcuni scatti a colori e una rassegna delle Petites boutiques che negli anni ’60 Doisneau ha fotografato sistematicamente nel suo quartiere.

La sezione che segue, la più ampia della mostra, è dedicata a Les parisiens, al popolo parigino al lavoro o in festa, nei boulevards o nei bistrots, nei sobborghi grigi delle periferie e nei piccoli negozi, nelle portinerie dei palazzi o nei locali di notte, colti prevalentemente nei momenti più felici, o di semplice attesa.

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Les enfants è poi dedicata una serie di foto che testimoniano una attenzione particolare per l’infanzia che Doisneau ha portato sempre con sé. Dei bambini, solitari o ribelli, coglie spesso momenti di libertà e di gioco fuori dal controllo dei genitori. Con la sezione Vogue si viene introdotti agli eventi mondani, di cui Doisneau coglie la raffinatezza ma anche spesso la futilità.

Il percorso espositivo si conclude con una serie di ritratti dedicati alle Célebrités della Parigi del suo tempo, con le quali è spesso legato da una sincera amicizia: da Alberto Giacometti a Sabine Azéma, da Blaise Cendrars a Colette, da Jacques Prévert a Simone de Beauvoir, da Fernand Léger a Georges Braque, da Jean Cocteau a Pablo Picasso.

DOISNEAU: un mondo in fotografia

Robert Doisneau nasce a Gentilly, un sobborgo di Parigi, nel 1912. Da giovane studia litografia presso l’Ecole Estienne, ma amava sostenere che le lezioni più importanti le abbia apprese nelle strade dei sobborghi operai in cui è cresciuto.

Nel 1929 inizia ad occuparsi di fotografia lavorando per il fotografo pubblicitario André Vigneau per poi passare, agli inizi degli anni ‘30, a lavorare come fotografo industriale per la Renault. Già in questo periodo inizia a fotografare nelle periferie parigine con l’obbiettivo di vendere i propri scatti alle riviste di fotografia che proprio in quegli anni iniziavano ad espandersi. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Doisneau interrompe momentaneamente le attività di fotografo ed entra a far parte della Resistenza, mettendo a disposizione le proprie capacità di litografo per falsificare documenti. Finita la guerra, ricomincia a scattare a scopo pubblicitario, e realizza anche alcuni reportage per “Vogue”. Nel 1949 pubblica il suo primo libro di fotografie La Banlieue de Paris, il primo di una lunga serie di volumi con immagini di Parigi e dei parigini. Negli anni ‘50 divenne membro di “Group XV”, un’associazione di fotografi dediti alla ricerca tecnica ed artistica in campo fotografico.

Grazie alle insistenze di Maurice Baquet nel 1957 fa un viaggio molto importante negli Stati Uniti, dove realizza vari reportage a New York e a Hollywood ma soprattutto a Palm Springs, dove è impressionato dall’artificiosità della città, che coglie con molti particolari usando pellicole a colori.

Nel 1966 va in Canada per un reportage a Montréal e passa qualche giorno a New York.
Nel 1967 fa un altro viaggio molto importante in Unione Sovietica, dove realizza un reportage dal titolo 50 anni di realizzazioni sovietiche. Nel 1971 fa un tour nei musei regionali francesi con Jacques Dubois. Nel 1973 gira un film di François Porcile dal titolo Le Paris de Robert Doisneau. Nel 1975 è invitato ai Rencontres d’Arles.

Nonostante i successi professionali Doisneau è un marito premuroso e molto attento alle figlie e ai nipotini che allietano spesso le sue giornate in famiglia. Nel 1981 gli viene dedicato il film Poète et piéton di François Porcile. Nel 1982 gli vengono dedicate due importanti mostre, a New York e a Lione.

Nel 1983 riceve il Grand Prix national de la photographie. Nel 1984 partecipa alla Missione fotografica della Datar, una commissione pubblica dedicata al paesaggio francese. Il nome di Doisneau è ormai nei manuali di fotografia. Nel 1986 riceve il prestigioso Premio Balzac.

Nel 1992 partecipa al film Bonjour, Monsieur Doisneau, realizzato da Sabine Azéma e nel 1993 Patrick Cazals realizza il film Doisneau des Villes, Doisneau des Champs. Ma quell’anno è colpito da una crisi cardiaca, a cui si aggiunge il dolore per la morte dell’adorata Pierrette. Robert Doisneau muore a Parigi il 1° aprile 1994 e viene seppellito accanto alla moglie, nel paesino di Raizeux, dove si erano conosciuti.

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