COSSIGNANO: CON IL NUOVO VIRTUAL TOUR SI ENTRA NELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA

Pubblicato in Dal mondo dei musei, News

10 Giu 23 COSSIGNANO: CON IL NUOVO VIRTUAL TOUR SI ENTRA NELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA

Il luogo di culto principale del borgo Cossignano, nelle Marche, è la Chiesa dell’Annunziata, di particolare suggestione. Costruita presumibilmente intorno al 1265, sorge sulla cinta muraria. Cattura subito l’attenzione per gli splendidi affreschi che decorano le pareti dell’unica navata, databili tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVI secolo. Oggi la Chiesa è anche Museo Civico di Arte Sacra.

Il nuovo virtual tour, realizzato da Maggioli Cultura, permette di approfondire dettagli decorativi e curiosità, entrando nella chiesa e zoomando mano a mano sulle pareti.

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L’affresco più antico, in una nicchia sulla parete sinistra vicino all’ingresso, raffigura la Madonna col Bambino affiancata da Santi, e si può datare alla seconda metà del XV secolo. Alcuni affreschi sono di scuola crivellesca (attribuiti a Pietro Alemanno), altri attribuiti a Cola dell’Amatrice (la Deposizione dalla Croce, datata 1530) e a Vincenzo Pagani. Da segnalare sulla parete alla destra dell’entrata gli affreschi raffiguranti Santa Lucia, la Madonna in trono col Bambino tra i santi Biagio, Rocco e Sebastiano trafitto dalle frecce. La dedica del S. Rocco porta la data del 1530 (e il nome del dedicante Laudadeo), mentre un graffito del 1596 tracciato sulla sua superficie attesta che fino a tale data l’affresco fu visibile (in seguito anche’esso fu ricoperto, come tutti gli altri, da più mani di calcina).

Conserva anche diversi dipinti disposti l’una di fianco all’altro. Cinque altari arricchiscono le pareti della chiesa, tra cui spicca quello che racchiude l’opera di maggior pregio del Museo di Arte Sacra, una pala d’altare cinquecentesca del pittore Vicenzo Pagani raffigurante Sant’Antonio Abate in trono, Sant’Antonio da Padova e San Giobbe.

Al piano superiore si può ammirare un organo della metà del XIX secolo.

La storia della Chiesa dell’Annunziata

L’edificio di culto, a navata unica e senza abside, Si accede da un semplice portale in pietra ascolana, incassato nella disadorna superficie della facciata. Ha annessa una piccola sacrestia.

La parte più antica della Chiesa dell’Annunziata, risale al 1265, anno in cui il cappellano della chiesa di S. Paolo, sita fuori le mura, ottenne da Rainaldo vescovo di Ascoli, di trasportare la sua parrocchia all’interno del castello ed ebbe dallo stesso vescovo la prima pietra della nuova chiesa.

Al 1456 risale la campana più antica della chiesa, che fu sicuramente commissionata dai frati, che inoltre mutarono il titolo della chiesa, dedicandola all’Annunziata. L’Annunziata era ancora in possesso dei padri francescani nel 1554. Il 5 ottobre del 1652 il pontefice Innocenzo X soppresse i conventi minori, e l’Annunziata fu poco dopo affidata (18 aprile 1653) al clero secolare e dotata di tre, e poi di quattro cappellanie.

L’edificio presenta tuttora l’originaria facciata in pietra con un lineare portale in travertino che da accesso all’unica navata.

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Cossignano: l’Ombelico del Piceno

Il borgo è soprannominato l’Ombelico del Piceno perché si trova a metà strada tra Ancona, nelle Marche, e Atri, in provincia di Teramo. Cossignano è un borgo medievale di appena 1000 anime in provincia di Ascoli Piceno, adagiato sulle colline, dove lo sguardo si perde all’infinito tra calanchi, ulivi e vitigni. Ad avvolgerlo è una cinta muraria della fine del XIII secolo, disposta in senso ovoidale. Passeggiando nelle sue viuzze si respira il senso dell’antico e la qualità di un tempo che ha saputo mantenere i ritmi giusti. Un luogo da scoprire passo dopo passo, pietra dopo pietra, magari accompagnato dal saluto cordiale dei suoi fieri abitanti.

Le origini di Cossignano sono antichissime: già nel VI secolo a.C. era denominato Castellum Martis e fu un centro autonomo di civiltà picena fino al 268 a.C., particolarmente fiorente. Il nome Cossignano, invece, deriva dalla famiglia nobiliare romana i Cossinii, che abitarono qui fino al II secolo, trasformandolo in una grande azienda agricola grazie alle numerose colline sottostanti.

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