Destinazione turistica: calo demografico, lavoro e vantaggi reali dell’Intelligenza Artificiale

Pubblicato in Attualità, News

16 Nov 25 Destinazione turistica: calo demografico, lavoro e vantaggi reali dell’Intelligenza Artificiale

Negli ultimi anni si è cominciato a parlare con una certa insistenza del calo demografico come della vera emergenza del prossimo decennio. Non è un tema astratto: entro il 2033, la popolazione italiana in età lavorativa diminuirà sensibilmente, e questo significa che chi resterà attivo dovrà essere almeno il 25% più produttivo di oggi per poter sostenere il sistema di welfare attuale. È una cifra che fa impressione, perché dietro non ci sono solo numeri, ma un cambiamento profondo nel modo in cui funzionerà la nostra economia. E il turismo, che pure è uno dei settori più vivaci e identitari del Paese, non potrà tirarsi indietro.

Il turismo italiano è fatto in gran parte di piccole realtà, di microimprese a conduzione familiare, di artigiani dell’ospitalità che reggono con passione territori interi. È il gestore del bed and breakfast che apre la mattina la porta ai visitatori, la guida locale che accompagna il gruppo nei borghi, il ristoratore che fa dell’accoglienza una missione. Ma questa straordinaria biodiversità economica ha anche un prezzo: la frammentazione. Troppe imprese, troppo piccole, troppo sole. Il risultato è un sistema che produce lavoro, sì, ma spesso povero, precario e stagionale. L’estate si lavora fino allo sfinimento, l’inverno si sopravvive. E la produttività, in questo contesto, non cresce: si disperde in mille rivoli di fatica quotidiana.

Eppure, sarebbe ingiusto fermarsi qui. Perché il turismo resta un grande motore di opportunità, anche per categorie che altri settori faticano a includere. Pensiamo al ruolo crescente dei lavoratori stranieri. Oggi una parte significativa delle mansioni più manuali — dalla cucina alle pulizie, dai servizi di spiaggia all’assistenza alberghiera — è svolta da persone che arrivano da altri Paesi. In molte località costiere o di montagna, se non ci fossero loro, interi comparti si fermerebbero. È un fenomeno che non va demonizzato ma governato, costruendo percorsi di integrazione e di formazione che trasformino il lavoro nel settore turistico in una scelta professionale stabile. La sfida è far sì che il turismo non sia più sinonimo di lavoro povero, ma di occupazione qualificata, con possibilità di crescita e riconoscimento sociale.

__________________________________________________________________________

Desideri trasformare il tuo Comune
in una destinazione turistica?

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER Mete non Comuni”.

Interviste, approfondimenti, strumenti, esempi virtuosi, opportunità.

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO CON MAGGIOLI CULTURA > CLICCA QUI

__________________________________________________________________________

Per riuscirci, serve un cambio di prospettiva anche da parte della pubblica amministrazione. Fino ad oggi l’innovazione nel turismo è stata spesso letta come un fatto di promozione: nuovi siti web, portali di prenotazione, campagne digitali, social media. Tutto utile, ma insufficiente. Se davvero vogliamo aumentare la produttività del sistema, dobbiamo cominciare a usare la tecnologia non solo per raccontare le destinazioni, ma per gestirle meglio.

L’intelligenza artificiale, in questo senso, può diventare un alleato decisivo. Non parliamo di un futuro lontano: già oggi esistono strumenti capaci di analizzare in tempo reale i flussi turistici, incrociando dati da cellulari, carte di credito e recensioni online. Un’amministrazione comunale potrebbe capire quali zone della città sono più frequentate in certi orari, dove si creano congestioni o dove invece serve promuovere nuovi percorsi per distribuire meglio i visitatori. Allo stesso modo, un ufficio turistico regionale potrebbe usare algoritmi di analisi predittiva per anticipare le tendenze della domanda e orientare le politiche di investimento. È la logica del “data-driven decision making”: non più scelte basate su intuizioni o consuetudini, ma su evidenze.

Ma l’intelligenza artificiale non serve solo a leggere il territorio. Può migliorare la produttività degli enti pubblici stessi. Immaginiamo quante ore ogni settimana vengono spese in operazioni ripetitive: compilare report, rispondere a richieste standard, aggiornare database. Con strumenti di IA ben progettati, questi compiti potrebbero essere automatizzati, liberando tempo e risorse per ciò che davvero conta: la progettazione di nuovi servizi, la collaborazione con gli operatori, la costruzione di strategie territoriali. Alcuni comuni hanno già iniziato a sperimentare chatbot intelligenti per gestire le richieste dei turisti o per fornire informazioni sui bandi agli operatori locali. In Emilia-Romagna (https://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/2025/settembre/nuovo-osservatorio-turistico) si è testato un sistema di analisi automatica dei dati di occupancy per individuare in anticipo i periodi di sottoutilizzo delle strutture. La direzione è ormai chiara.

Naturalmente, tutto questo richiede anche una pubblica amministrazione capace di usare con consapevolezza questi strumenti. La tecnologia non sostituisce la persona, ma la potenzia. Le decisioni devono restare umane, mediate dalla competenza, dal buon senso e dalla conoscenza del territorio. Un algoritmo può suggerire dove investire, ma spetta agli amministratori valutare se quella scelta è sostenibile per la comunità. L’obiettivo non è avere una PA automatizzata, ma una PA intelligente, che sappia combinare intuizione e dati, visione e evidenza.

La sfida demografica che ci attende non si vince solo chiedendo di lavorare di più, ma lavorando meglio, con strumenti più efficienti, con una governance più coordinata e con una visione condivisa tra pubblico e privato. Il turismo, proprio perché è un settore trasversale, può diventare il laboratorio di questa trasformazione. Se riusciremo a rendere più produttivo un comparto così frammentato, se sapremo integrare innovazione, inclusione e qualità, allora potremo dire di aver fatto un passo avanti non solo per l’economia, ma per la società nel suo insieme.

Il turismo del futuro sarà forse meno affollato, ma più consapevole, meno improvvisato e più professionale. E sarà tanto più forte quanto più la pubblica amministrazione saprà accompagnarlo con competenza, con investimenti mirati e con una fiducia rinnovata nella capacità delle persone — umane o artificiali — di collaborare per un obiettivo comune: rendere l’Italia un luogo accogliente non solo per chi la visita, ma anche per chi ci lavora.

____________________________________________________

MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini

Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.

Rimani sempre aggiornato iscrivendoti alla nostra newsletter.

ISCRIVITI > clicca qui



Rimani sempre aggiornato iscrivendoti alla

nostra newsletter

 

Ricevi tutte le novità di maggiolicultura.it attraverso la nostra newsletter.