INTERVISTE DAI COMUNI: Daniele Vimini, Assessore alla bellezza del Comune di Pesaro

Pubblicato in Interviste, News

08 Gen 24 INTERVISTE DAI COMUNI: Daniele Vimini, Assessore alla bellezza del Comune di Pesaro

Daniele Vimini è Assessore alla bellezza del Comune di Pesaro dal 2014.

Gli abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città, proclamata Capitale italiana della Cultura 2024.

Assessore Vimini, il 2024, appena iniziato, sarà un anno molto importante per la città di Pesaro. Quali sono le peculiarità del programma ideato per celebrare il titolo di Capitale italiana della Cultura, siglato dallo slogan “La natura della Cultura”?

Il programma abbraccia tutti i dodici mesi del 2024, ma ha uno sviluppo triennale. È iniziato, infatti, in alcuni elementi nel 2023 e molte progettualità proseguiranno anche nel 2025. È composto da 45 linee di intervento, di cui “La natura della Cultura” è il claim che le racchiude, nelle quali andiamo ad indagare Pesaro, a partire dai quartieri, la città nel suo complesso e anche tutta la provincia Pesaro-Urbino. Non è quindi solo un lavoro sul patrimonio artistico, ma cercheremo di proporre modalità di racconto della cultura e della creatività contemporanea di quanto non ancora abbastanza conosciuto. Intendiamo coinvolgere artisti nelle varie forme e non in modo tematico, così da dare voce e anima a tutto il nostro ricco patrimonio paesaggistico, artistico, storico, creativo, musicale. Sarà una delle caratteristiche di gran parte dei progetti.

Altro aspetto che abbiamo messo in campo è la delocalizzazione dell’offerta culturale, oltre ai luoghi canonici. Ad esempio con la progettualità di residenze per 13 artisti nei 13 quartieri della città (12 quartieri + Municipio): un elemento forte e portante di innovazione e coinvolgimento che racconterà il patrimonio artistico e darà spazio al contemporaneo. Allo stesso tempo saranno coinvolti gli altri 49 Comuni della provincia (in totale 50 con Pesaro), che saranno a rotazione loro stessi Capitali della Cultura per una settimana ciascuno, insieme a Pesaro.

Infine, nei 45 filoni di intervento abbiamo sempre messo assieme gli elementi del patrimonio artistico e paesaggistico con la sostenibilità nei processi di creazione dei progetti culturali e con la tecnologia non solo digitale. Un trinomio per noi inscindibile e che sarà la cifra delle azioni sia degli artisti sia delle istituzioni e degli enti coinvolti nel programma.

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Tra le iniziative c’è la card Pesaro Capitale. Quali vantaggi permette?

Si tratta prima di tutto di un’operazione di fidelizzazione del pubblico locale, sia i pesaresi che tutti gli abitanti della provincia. Crediamo che la capitale debba essere una grande opportunità per scoprire o riscoprire meglio il nostro patrimonio territoriale. È uno strumento pensato in primo luogo per questa cittadinanza allargata e chiaramente poi anche per il turista e il visitatore che decide di tornare più volte nel corso dell’anno da Capitale, per partecipare ai vari eventi e scoprire nuovi spazi museali e luoghi volta per volta. La card, infatti, ha la durata di un anno e consente di beneficiare di tante agevolazioni per accedere alla ricca proposta culturale di Pesaro 2024. Nella card, ad esempio, è presente anche il Museo Diocesano e la richiestissima Chiesa del Nome di Dio, un vero gioiello d’arte. Stiamo costruendo un’offerta integrata con i musei e i luoghi culturali pubblici e privati che vorranno partecipare non solo di Pesaro, ma di tutta la provincia. L’elenco dei vantaggi e delle convenzioni sarà sempre aggiornato sul sito dell’evento www.pesaro2024.it, dove si potrà acquistare la card. È un prodotto multimediale da conservare su supporto digitale, ma per chi desidera averla cartacea, anche come ricordo o collezione, si può stampare. La card certamente permetterà per Pesaro anche una comunicazione generale più efficace.

Rivolgiamo l’attenzione alle giovani generazioni. Ci sono eventi nel programma pensati appositamente per loro?

Abbiamo innanzitutto il progetto dei volontari della Capitale denominato “VolontarxPesaro2024”, che riguarda anche i giovanissimi affinchè diventino protagonisti attivi. Avremo poi un progetto realizzato con l’Università di Milano, ossia una mostra-laboratorio sul complottismo, dove i giovani a partire dalle scuole superiori saranno chiamati ad essere guide e facilitatori dell’accesso a questa mostra che prevede simulazioni del sistema della comunicazione e delle fake news.

E poi oltre 120 realtà scolastiche della provincia stanno sviluppando una loro progettualità diretta legata alla Capitale italiana della Cultura, pensata sempre in modo trasversale e interdisciplinare con il coinvolgimento di più arti come la musica, la pittura, la grafica. Saranno anche “ospiti d’onore” al fianco delle autorità durante l’inaugurazione del 20 gennaio con il presidente Sergio Mattarella, in cui avranno un’area centrale dedicata.

Nel 2021 il magazine Artribune le ha attribuito il riconoscimento come migliore assessore alla Cultura d’Italia. Cosa hanno premiato?

Artribune è senza dubbio una realtà editoriale molto autorevole e questo mi fa ancora più onore. Le classifiche e i primati non sono certamente fondamentali, ma pongono l’accento su quanto di positivo e costruttivo abbiamo fatto in questi anni. Sono stati premiati gli obiettivi che ci siamo dati: prima di tutto il riconoscimento nel 2017 di Pesaro quale Città Creativa Unesco della Musica. Un risultato ottenuto perché la musica è ciò che meglio esprime il genius loci pesarese e connette le tante anime di questa città di provincia vivace come una metropoli, dove convivono le solide radici di arte e cultura e l’effervescenza contemporanea, la storia antichissima e il moderno centro balneare, la tradizione agricola e quella marittima. Fino poi al percorso che ci ha portato ad essere designati Capitale italiana della Cultura 2024.

Dall’altra parte sono stati riconosciuti il lavoro e la visione attivati con il PNRR (prima attraverso lo strumento Next Generation Eu) per la trasformazione e la riconversione in chiave culturale di spazi ed edifici pubblici e di interi assi viari, principalmente della città storica. È un riqualificazione urbana studiata sempre in termini di sostenibilità: penso al Museo Rossini e la Biblioteca e Museo Archeologico Oliveriani, ai Musei Civici, all’Oratorio della Misericordia, al Mercato delle Erbe, a Palazzo Ricci, all’Auditorium Scavolini, alla Sala della Repubblica del Teatro Rossini, al Centro Arti Visive Pescheria e tanto altro. Questo percorso si inizia a vedere, soprattutto nella strategia, e alcune situazioni le stiamo già testando, dove si uniscono sempre patrimonio, sostenibilità e tecnologie. Come previsto dai tempi del PNRR, gli interventi termineranno nel 2026.

Qual è, Assessore, una delle ultime “mete” culturali che ha visitato? Una mostra, un museo, un monumento storico o contemporaneo…

Quello che mi ha colpito di più nelle mie recenti visite è il Design Center di Seul, progettato da Zaha Hadid, una realtà davvero affascinante che racchiude il meglio del design coreano e mondiale e presenta le sfide legate alle nuove architetture e tecnologie digitali. Con loro stiamo cercando di creare un collegamento come Capitale italiana della Cultura 2024: Pesaro dedicherà alla cultura coreana la prima Design week nella nostra provincia, che si svolgerà nel mese di giugno.

Se dovesse tornare nella città di Pesaro dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare?

Sicuramente vorrei trascorrere una serata al Teatro Rossini, per ascoltare il “suono” e la “musica” della città di Pesaro, un’emozione di cui si ha sempre nostalgia.


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