INTERVISTE DAI COMUNI: Ivan Martella, Sindaco del Comune di Raccuja (ME)

Pubblicato in Interviste, News

17 Feb 23 INTERVISTE DAI COMUNI: Ivan Martella, Sindaco del Comune di Raccuja (ME)

Ivan Martella è Sindaco del Comune di Raccuja (ME) dal 2020.
Gli abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città, a partire dalla partecipazione al recente Bando Borghi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

Recentemente avete partecipato, con successo, al Bando Borghi del PNRR. Quale progetto di rigenerazione culturale e sociale è stato finanziato per il Comune di Raccuja?

Abbiamo presentato il progetto “Le origini del filo d’oro: ripensare la storia per coltivare il futuro”, partecipando al bando in aggregazione con i comuni limitrofi di Ucria e Floresta. Siamo legati, infatti, fin dall’epoca dei Normanni da un “filo d’oro”, ossia la produzione tradizionale della seta nel nostro territorio. È un progetto di 2,5 milioni di euro di finanziamento per interventi su tutti e tre i comuni. In particolare per Raccuja è prevista la riqualificazione del quartiere delle botteghe artigiane, a ridosso del Castello Branciforti che è il monumento simbolo del nostro Comune ed è al centro di questo progetto. A Floresta verrà riqualificato, con adeguamento funzionale, il Museo delle Antiche civiltà contadine; a Ucria verrà realizzata una struttura geodetica. Tra gli interventi materiali, nel comune di Raccuja sarà realizzato anche il Museo didattico della Seta e l’attività culturale “Pinacoteca aperta – Luoghi che si raccontano”.

Ci saranno, inoltre, ben 18 interventi immateriali realizzati in sinergia con partner pubblici e privati attinenti al nostro progetto, tra cui anche Maggioli Cultura. Le parole chiave per noi sono resilienza, sostenibilità, territorio e accoglienza. Con questi interventi andiamo a ripensare il modo di vivere dei nostri borghi e il loro volto nei prossimi anni, offrendo importanti opportunità per le imprese del territorio al fine di favorire la crescita occupazionale e il futuro dei nostri cittadini.

Le tre direttrici chiave su cui si fondano tutti gli interventi sono cultura/arte, natura ed enogastronomia, insieme alla digitalizzazione per una migliore fruizione turistica dei nostri territori. Sono previsti, quindi, eventi culturali di qualità, azioni di marketing e la riscoperta del territorio attraverso un turismo esperienziale, in particolare il Parco dei Nebrodi con la valorizzazione degli aspetti naturalistici e ambientali. A corredo di questi interventi, abbiamo voluto includere importanti azioni di formazione e di inserimento lavorativo, anche per soggetti specifici come donne vittime di violenza. L’idea che abbiamo di borgo è di un luogo che necessita di personale qualificato e di nuove imprese che investano in un turismo ricercato, con al centro i giovani e il loro futuro.

 

Parliamo ora di Raccuja come “meta non comune”: quali sono le tre cose assolutamente da fare e vedere secondo lei?

Ci muoviamo sempre lungo le tre direttrici per noi fondamentali: cultura/arte, natura ed enogastronomia. Prima di tutto consiglio una visita al Castello Branciforti, ristrutturato di recente con una serie di interventi anche grazie a finanziamenti che siamo riusciti a cogliere. È uno dei pochi castelli integri sul nostro territorio, con un’ampia area di corte. All’interno sono allestiti la Pinacoteca Civica, parte dell’Archivio storico e periodicamente mostre estemporanee di arte e fotografia. È davvero il nostro luogo magico.

Rispetto al tema natura, attraversando i molti percorsi di trekking è possibile ammirare e apprezzare appieno quanto ci è stato lasciato in eredità. Raccuja è un comune incastonato nel verde, sulla dorsale dei Nebrodi, circondato da boschi, fiumi e antichi tracciati.

Ed infine l’enogastronomia con i nostri prodotti e piatti tipici. Consiglio di venire a visitare il nostro borgo anche in occasione di due eventi caratteristici: la Sagra dei Maccheroni il 13 agosto e la Festa della Nocciola a settembre.

 

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Rivolgiamo l’attenzione ai giovanissimi, tra i destinatari del Bando Borghi. In che modo questo progetto culturale può contribuire al loro futuro a Raccuja?

Siamo un piccolo borgo di soli 900 abitanti e puntiamo sulla resilienza. È necessario ripensare il futuro per garantire concrete possibilità a chi ci vive e soprattutto ai giovani: un futuro fatto di opportunità lavorative in quegli ambiti di cui abbiamo parlato, ossia natura, cultura, enogastronomia. Crediamo molto nella formazione dei giovani e tanti di loro, dai 20 ai 30 anni di età, stanno già investendo in nuove attività imprenditoriali agricole e di turismo esperienziale. I giovani stanno capendo che si può vivere di questo nel nostro territorio ed è il momento opportuno. Il progetto del bando Borghi è stato costruito proprio su questi concetti.

 

Qual è, Sindaco, una delle ultime “mete” culturali che lei stesso ha visitato? Una mostra, un museo, un borgo, un monumento storico o contemporaneo…

Il  25 agosto scorso ho assistito ad uno spettacolo all’antico Teatro greco di Tindari, il secondo polo monumentale della provincia di Messina, nel comune di Patti. Una rappresentazione della Cavalleria Rusticana ad opera del Coro Lirico Siciliano con l’esecuzione dell’Orchesta Filarmonica della Calabria. È stato uno spettacolo di altissimo livello culturale e musicale, eseguito al tramonto con il mare sullo sfondo e le isole Eolie di fronte, un effetto scenografico di grande suggestione. Ci tengo a indicare questo evento perché nella nostra idea di futuro del borgo di Raccuja siamo ben consapevoli di dover fare rete. Lavoriamo proprio con gli altri colleghi sindaci per valorizzare la bellezza dei Nebrodi, dove si trova anche il Teatro di Tindari, un posto meraviglioso da conoscere.

 

Se dovesse tornare nella sua città dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare?

Sicuramente un giro nelle mie montagne, per rivedere quei paesaggi pieni di verde e di natura incontaminata. Per sentire quei profumi e rivedere i luoghi che abitualmente osservavo da bambino dalla finestra della mia stanza. In questo modo mi risentirei certamente a casa mia.

 

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