INTERVISTE DAI COMUNI: Mauro Cappotto, consigliere con delega al turismo e alla cultura del Comune di Ficarra

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22 Gen 23 INTERVISTE DAI COMUNI: Mauro Cappotto, consigliere con delega al turismo e alla cultura del Comune di Ficarra

Mauro Cappotto è consigliere con delega al turismo e alla cultura del Comune di Ficarra (Me), già assessore alla Cultura e Turismo dello stesso Comune dal 2016 al 2021.

Gli abbiamo chiesto progetti, visioni e suggerimenti sulla sua città.

 

Su quale progetto culturale sta lavorando per il Comune di Ficarra?

In questo periodo siamo impegnati con il progetto del bando borghi previsto dal PNRR per la rigenerazione urbana, legato all’identità del luogo e al suo sviluppo. Cerchiamo di attivare un’interconnessione tra economia, turismo e cultura. L’obiettivo è creare un grande spazio “acceleratore” per ospitare impianti digitali per start-up di privati e per il terzo settore in modo da generare produttività su quanto realizzato in questi anni dalla macchina comunale sia come strutture ricettive che museali. L’obiettivo è rafforzare un meccanismo virtuoso, già presente, che possa determinare una significativa ricaduta sulla microeconomia locale. Negli ultimi 20 anni, infatti, il paese di Ficarra è stato oggetto di una rigenerazione estetica e sociale attraverso più interventi strutturali che hanno aumentato le attività economiche e sociali, le presenze turistiche e un accurato recupero immobiliare sia di residenti che di cittadini di fuori regione che hanno ridato vita con sensibilità a quartieri parzialmente abbandonati negli anni passati. In particolare attualmente sono presenti 12 B&B, diversi ristoranti e un progetto culturale denominato Ficarra Museo Diffuso che comprende musei, collezioni e percorsi dalla tradizione alla contemporaneità in 9 strutture distribuite nel centro cittadino. Sono particolarmente legato a questo progetto: dal 1992 dedico una parte del mio tempo al paese di Ficarra, inizialmente attraverso l’associazionismo organizzando attività culturali soprattutto di arte contemporanea, poi con impegno civico maggiore assumendo diverse cariche istituzionali.

Ficarra è un tipico borgo siciliano di soli 1300 abitanti, ubicato su una collina e di fronte alle Isole Eolie. Questi spazi espositivi sono distribuiti nel tessuto urbano attraverso una rete museale dinamica per la  maggior parte legata ad una tradizione o alla storia locale: Museo della Ceramica d’uso in Sicilia, Museo dell’oliva Minuta, La Casa del Baco da seta, La Stanza della seta – Museo Palazzo Milio, Museo dei giochi e del giocattolo medioevale, Museo le Mille e una notte, Museo Magistri Lapidum Arenaria dei Nebrodi, Museo I luoghi del Gattopardo, Museo Ulivi dei Gattopardi. L’obiettivo è stato trasformare le tradizioni in risorse nel settore del turismo, dell’artigianato e della cultura.

 

Parliamo ora di Ficarra come “meta non comune”: quali sono le tre cose assolutamente da fare e vedere secondo lei?

Per prima cosa il consiglio è visitare proprio il museo diffuso di Ficarra, che permette di passeggiare in questo borgo medioevale e allo stesso tempo di conoscerne le tradizioni. La Casa del Baco da seta, ad esempio, è dedicata ad una coltivazione che è stata risorsa importante per l’economia del paese per molti secoli, come in tutta l’area dei Nebrodi. Altro aspetto importante del nostro territorio collinare è l’ulivo, raccontato nel Museo dell’oliva Minuta attraverso il recupero della memoria in chiave di riscoperta, tutela e valorizzazione. Quell’intreccio particolare che lega la storia dell’antico borgo al paesaggio, attraverso le memorie del passato con i suoi personaggi e le profonde radici che uniscono gli uomini al loro territorio. Una tradizione artigianale di Ficarra erano gli scalpellini, lavoratori della pietra: si scoprono nel Museo Magistri Lapidum Arenaria dei Nebrodi. Già cinque secoli fa gli scalpellini di Ficarra realizzavano manufatti lapidi intagliati nelle più importanti fabbriche di edifici ecclesiastici rinascimentali e barocchi in Sicilia. E poi il tema dei giochi medioevali, in particolare degli scacchi, storicamente noto a Ficarra nel 1200, quello delle marionette con annesso il laboratorio didattico per la costruzione di manufatti e quello letterario con lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il suo celebre romanzo Il Gattopardo, di cui i recenti studi indicano Ficarra come luogo di ambientazione. Altre collezioni sono legate invece all’arte contemporanea, aspetto su cui abbiamo lavorato molto nel corso di questi anni anche attraverso progetti europei con multiresidenze con oltre 30 artisti contemporaneamente invitati a soggiornare per brevi periodi all’interno del museo, realizzando produzioni in contaminazione con il contesto culturale. All’interno di Palazzo Milio si trovano la collezione di opere d’arte contemporanea e lo spazio dedicato alle residenze d’artista in site-specific. Nel percorso urbano sono presenti quattro vetrine espositive visitabili anche di notte. Ad accompagnare nella visita del museo diffuso sono le guide che partono dall’Infopoint turistico comunale, da palazzo in palazzo, da spazio in spazio.

Secondo consiglio è ammirare le opere preziose custodite nel nostro centro storico, come il polittico di Antonello da Messina nella Chiesa dell’Annunziata. Sul secondo ordine spicca la figura del Cristo benedicente, che richiama in modo inequivocabile il più noto Salvator Mundi del maestro messinese. Un vero tesoro nascosto.

Dopo la passeggiata nel centro storico è d’obbligo una sosta presso uno dei ristoranti per assaggiare i nostri prodotti locali, come salumi, formaggi e il nostro tipico dolce, una mezza luna ripiena di pasta di mandorle e canditi e ricoperta da una glassa di zucchero.

Ficarra, infine, è un piccolo centro immerso nel Parco dei Nebrodi che dista solo 6 minuti dal mare, con di fronte l’arcipelago delle Eolie, e 10 minuti dal porto di Capo d’Orlando. Siamo in una zona della Sicilia forse meno nota, ma tutta da esplorare, vero polmone verde della regione con caratteristiche ambientali e climatiche che stupiscono.

 

Rivolgiamo l’attenzione ai giovanissimi. C’è un progetto culturale che vorrebbe realizzare per le generazioni future del Comune di Ficarra?

Vorrei che Ficarra diventasse un paese accogliente sempre di più e quindi per i giovani un luogo dove costruire il proprio futuro. Oggi si presenta già come un paese-albergo diffuso, dove venire per rilassarsi, respirare cultura e poter godere delle bellezze naturali. Con questo obiettivo è stato realizzato un B&B comunale con dodici stanze che metteremo a bando attraverso progetti europei rivolti proprio ai giovani. In un paese così piccolo non sono adatte strutture enormi, ma è più importante far crescere l’intero tessuto urbano e sociale con le giuste proporzioni. Ritengo che a Ficarra si possa crescere nelle piccole cose e continuare ad investire nel sistema urbanistico, di accoglienza e nella cultura, puntando in particolare, come fatto in questi anni, sull’arte contemporanea.

 

Qual è una delle ultime “mete” turistiche/culturali che ha visitato? Una città, un borgo, una mostra, un museo, un monumento storico o contemporaneo….

Ultimamente ho fatto un giro in Sicilia con mia figlia per farle scoprire aspetti culturali tra loro differenti della nostra regione e che ne raccontano la sua unicità: dal Cretto di Burri a Gibellina, alla Farm Cultural Park di Favara centro culturale indipendente con una forte attenzione all’arte contemporanea e all’innovazione, passando per la Valle dei Templi di Agrigento. Poco tempo fa, inoltre, ho avuto modo di visitare Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea all’Oval del Lingotto di Torino.

 

Se dovesse tornare nel borgo di Ficarra dopo 10 anni di assenza, quale sarebbe la prima cosa che vorrebbe sicuramente rivedere o fare?

In realtà mi piacerebbe trovare qualcosa di cresciuto, dopo aver contribuito a seminare molti progetti in questi anni. Mi auguro di vedere una realtà viva dal punto di vista economico e sociale, che possa dare ai nostri giovani la possibilità di rimanere nel territorio e realizzare con soddisfazione i propri sogni. Ficarra è un borgo che può offrire davvero una buona qualità della vita e può essere appetibile come una realtà cittadina più grande.

 

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