INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: CHIARA GATTI, DIRETTRICE DEL MAN – NUORO

Pubblicato in Interviste, News

17 Apr 23 INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: CHIARA GATTI, DIRETTRICE DEL MAN – NUORO

Storica dell’arte, critica e curatrice, è laureata alla Cattolica di Milano, ha un master in Management della cultura, Marketing e Comunicazione presso la Bocconi e un Diploma di perfezionamento in Museografia e Museologia acquisito al Politecnico di Torino. Saggista e giornalista collabora attualmente con La Repubblica e ha contribuito all’Enciclopedia dell’Arte Treccani. Conosciuta e stimata, ha curato decine di mostre in ambito nazionale e internazionale per importanti musei.

Da febbraio 2022 Chiara Gatti è direttrice del MAN di Nuoro.

Le abbiamo chiesto la sua visione e i progetti in corso per questa importante istituzione di arte contemporanea in Sardegna.

 

Il MAN è un museo dinamico e unico nel suo genere in Sardegna. Ci può spiegare l’“idea” che lo caratterizza?

È un’idea storica, nata per volontà della Provincia di Nuoro alla fine degli anni ’90, quando il museo era diretto da Cristiana Collu. Ha subito costruito una doppia identità, un occhio che guardava al territorio e alla storia dell’arte in Sardegna fra Ottocento e Novecento e allo stesso tempo una prospettiva che guardava fuori dall’isola, verso l’Italia e l’Europa. Questa doppia prospettiva lo ha distinto subito ed è diventata la sua chiave identitaria importante, perché da allora fino ad oggi si continua sempre su questo doppio binario che mira alla valorizzazione del territorio con un respiro nazionale e internazionale. La peculiarità del museo resta il settore dell’arte contemporanea.

Parliamo ora, direttrice, della politica per le mostre al MAN, attività certamente primaria per questo museo. Che linea strategica sta seguendo da quando è diventata direttrice lo scorso anno e con quali risultati?

Innanzitutto proseguo nel rispetto dell’identità del MAN, questa doppia visione interna ed esterna al territorio. Ma, allo stesso tempo, ritengo che un museo debba farsi necessariamente interprete dei tempi correnti. Per questo ho studiato un progetto di adesione alle questioni di attualità sia per lo scorso anno che per il 2023.

Lo scorso anno avevo lavorato sul tema “arte e scienze” parlando anche di metaverso, tema del momento. Abbiamo creato per questo la mostra “Sensorama” che partiva dal mondo dell’illusione ottica, sensoriale, onirica e dal surrealismo, andando di pari passo a quanto emerso anche nella Biennale d’arte di Venezia. Allo stesso tempo affondava nel tema del metaverso con alcune installazioni alla fine del percorso. Per questa mostra abbiamo lavorato con il Dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Sassari, mostrando come arte e scienza, due discipline ‘indisciplinate’ possano fondersi. A fine anno, invece, dopo quanto accaduto con la guerra in Europa, abbiamo anticipato l’anniversario di Picasso con la rassegna “Picasso e Guernica. Genesi di un capolavoro. Contro tutte le guerre”. Un affondo indubbiamente molto politico, che voleva essere un’adesione civile del museo al tempo storico.

Anche la mostra attualmente in corso Odessa Steps. La Scalinata Potëmkin fra cinema e architettura ci ha messo in contatto virtuosissimo con gli archivi storici di Odessa e con l’Università di Leopoli. Sono esposti documenti inediti e straordinari sulla storia della Scalinata, che fu costruita dall’architetto Francesco Carlo Boffo, non sardo come la tradizione riportava ma originario del Canton Ticino come è emerso durante le nostre ricerche d’archivio in occasione della mostra. Abbiamo così aggiunto un tassello documentario alla storia universale e creato allo stesso tempo un ponte culturale con l’Ucraina. Ritengo che sia questo il compito oggi di un museo.

La mostra del grande fotografo italiano Olivo Barbieri guarda invece alla Sardegna, con “Twelve ee h s nine – Dolmen e Menhir in Sardegna”. Celebre per i suoi reportage e le sue fotografie nelle periferie delle grandi città, ha fatto un’indagine sul territorio sardo andando ad indagare e raccontare la presenza dei monoliti arcaici che punteggiano la geografia dell’isola nel contesto rurale e agricolo. Una mappatura che diventa un viaggio nella storia e, insieme, un’analisi della persistenza di tracce antiche nell’orizzonte antropizzato odierno, dove il costruito assorbe e rilegge la memoria. Un grande fotografo per un racconto locale.

__________________________________________________________________________

Desideri trasformare il tuo Comune
in una destinazione turistica?

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER Mete non Comuni”.

Interviste, approfondimenti, strumenti, esempi virtuosi, opportunità.


RIMANI SEMPRE AGGIORNATO con Maggioli Cultura > CLICCA QUI

__________________________________________________________________________

 

Delle mostre visitabili in questo momento, quale aspetto trova interessante da evidenziare?

Il MAN è strutturato in quattro piani, ognuno con un affondo diverso e una peculiarità distinta. Nella Project Room al primo piano è ospitata il giovane artista Massimo Grimaldi, che ha realizzato un reportage fotografico insieme con Emergency. Lo sguardo del contemporaneo racconta problematiche umanitarie.

Al secondo piano è di scena la Sardegna nell’espressione più profonda con “Trame e geometrie”, l’esposizione delle opere delle tessitrici dello Studio Pratha che reinterpreta in chiave contemporanea una raffinata tecnica di tessitura dalla storia millenaria, ormai praticata solo nel borgo di Sarule. Si tratta di un’eccellenza regionale di altissima qualità, che sarà presente in questi giorni  anche alla Design Week di Milano, esportando così la storia di una sapienza che ha saputo rinnovarsi rispettando la tradizione. Oggi sui telai Studio Pratha si intrecciano design e alta artigianalità, in una continua sperimentazione che si inserisce a pieno titolo nel panorama artistico contemporaneo.

Seguono poi le due mostre di cui abbiamo parlato, “Odessa Steps” e il progetto fotografico di Olivo Barbieri. Ogni livello del MAN ha un affondo diverso, per cui si può vivere il museo in tutti i suoi modi di raccontare, dalla video arte all’architettura, dall’arte tessile alla fotografia.

 

Ci può anticipare altre esposizioni o progetti culturali in programma per i prossimi mesi del 2023?

Per l’estate è in programma una grande mostra dedicata all’artista Matisse come scultore e poeta della forma e della figura umana, con le sue modelli e i noti nudi femminili. È realizzata in collaborazione con la Kunsthaus di Zurigo e il Museo Matisse di Nizza. È la mostra di un grande maestro e mostro sacro dell’arte del Novecento, ma con un taglio inedito, appunto quello delle sue opere scultoree, un taglio intimo e anche molto erotico.

Un’altra mostra sarà l’omaggio a Maria Lai insieme a Jorge Eielson: la storia di un’amicizia e di una coppia creativa sullo sfondo degli anni ’90 in Sardegna.

Ha un obiettivo da realizzare durante il suo incarico di direzione?

Sicuramente quello di coinvolgere i giovani nel museo, che è indubbiamente difficile. Lo scorso anno ci siamo riusciti con la mostra “Sensorama”, molto attraente per gli ambienti optical e dinamici e con la parte dedicata alla realtà aumentata. L’idea è scuotere queste giovani generazioni, perché si accorgano che attraverso il museo passano contenuti di sostanza che fanno parte della loro crescita, dell’educazione, della sensibilizzazione ai problemi dell’esistenza che incontreranno. Ma allo stesso tempo è sulla cultura che fondiamo la nostra identità personale e anche civile. La nostra idea è coinvolgerli al meglio, per questo ogni mostra è pensata anche per loro utilizzando linguaggi nuovi per nuove generazioni. In fondo il museo ha un compito educativo e formativo da assolvere, con la trasmissione di messaggi importanti.

Direttrice Chiara Gatti, può dare il suo consiglio su qualcosa che non deve sfuggire a chi visita il MAN?

La dinamicità e la vivacità di un luogo da vivere e abitare. Mi piace pensare che quando il pubblico entra al MAN, anche senza visitare le mostre, si possa fermare nel punto ristoro oppure al bookshop a sfogliare i cataloghi o altre pubblicazioni d’arte. A breve avremo anche una biblioteca. Stiamo puntando molto sull’accoglienza e i servizi collaterali, seguendo il modello anglosassone di museo. Il MAN deve essere sempre più un luogo di vita, di sosta, di appuntamenti e di condivisione.

 

Intervista a cura di Sara Stangoni

 

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO ISCRIVENDOTI ALLA NOSTRA NEWSLETTER.

ISCRIVITI > CLICCA QUI

 



Rimani sempre aggiornato iscrivendoti alla

nostra newsletter

 

Ricevi tutte le novità di maggiolicultura.it attraverso la nostra newsletter.