INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: GIANNI DESSÌ, Amministratore Accademia Nazionale di San Luca, Roma

Pubblicato in Interviste, News

15 Lug 25 INTERVISTE FUORI DAL COMUNE: GIANNI DESSÌ, Amministratore Accademia Nazionale di San Luca, Roma

Credito fotografico: ph. Michele Stanzione.

L’Accademia Nazionale di San Luca ha una lunga tradizione che risale al XVI secolo. Quali sono le sue peculiarità e di cosa si occupa oggi per la promozione delle arti?

L’Accademia Nazionale di San Luca è un’associazione di artisti, fondata nel 1577 da Gerolamo Muziano. Fu grazie a Federico Zuccari, che ne fu anche primo  Principe, che rinnovò gli statuti con il presupposto di elevare il lavoro degli artisti al di sopra del semplice artigianato e conferire a questi prestigio e quindi ruolo sociale. Ha origine dalla Universitas picturæ ad miniaturæ che svolgeva la sua attività in Roma e della quale furono rinnovati gli antichi statuti all’epoca di Sisto IV, il 17 dicembre 1478. In origine si riunivano in una chiesa situata nei pressi dell’abside di Santa Maria Maggiore all’Esquilino dedicata a San Luca, evangelista e pittore tradizionalmente riferito come fondatore dell’arte cristiana.
Il dipinto simbolo di quel periodo, che ancora conserviamo, è “San Luca che dipinge la Vergine”, allora unanimemente attribuito a Raffaello. Oltre all’eccezionalità del suo autore, l’importanza della tavola si doveva anche all’iconografia: Raffaello è rappresentato accanto al santo patrono dei pittori, testimone ed evidente continuatore di una tradizione. Il significato simbolico del dipinto era chiaro: tutti gli artisti che avrebbero seguito le orme di Raffaello sarebbero stati allievi indiretti del santo. Tra l’altro questo quadro fu severamente danneggiato durante un incendio della chiesetta in cui era custodito. Fu così trasferito in un’altra sede, altra chiesa e oratorio che poi fu a sua volta riedificata grazie a Pietro da Cortona che la progettò e finanziò. La chiesa di Santi Luca e Martina ai Fori, vero capolavoro del barocco.
L’ideale classico è stato quello in cui era incardinata l’idea stessa della trasmissione dell’arte. Ma non è stata mai una dinamica senza scosse, finchè nella modernità è diventata tutt’altro. Dopo l’Unità d’Italia e l’annessione di Roma all’Italia, nel 1872 si trasformò in “Accademia Reale di San Luca” e, dopo l’istituzione della Repubblica, nel 1948 divenne “Accademia Nazionale di San Luca”. Un’altra data importante è il 1934. A causa della costruzione di Via dell’Impero, la storica sede dell’accademia in via Bonella, ai lati della chiesa dei Santi Luca e Martina, venne demolita e nel 1934 l’istituzione si trasferì a Palazzo Carpegna, dove è tuttora, un edificio di prestigio che vanta una rampa con il portale d’accesso disegnato da Borromini e ristrutturato dall’architetto Gustavo Giovannoni. Oggi è sede di un museo, due biblioteche, una collezione unica di pitture, sculture e disegni raccolti dall’attività didattica svolta dall’Accademia fino al 1870. Antonio Canova (1757-1822), è stato l’ultimo Principe dell’Accademia, poi dopo di lui, la carica fu assegnata a rotazione ad un esponente di ciascuna delle tre arti, pittura e scultura, architettura e il suo titolo venne modificato in Presidente.
La particolarità dell’Accademia Nazionale di San Luca è l’essere l’unico istituto governato dagli artisti: 30 pittori, 30 scultori e 30 architetti, tutti accademici nazionali che ne esprimono la governance. Siamo un’associazione senza fini di lucro e svolgiamo una intensa attività culturale e di mantenimento e cura del nostro patrimonio. Organizziamo mostre, conferenze, presentazioni di libri con lo scopo di intervenire nei nodi problematici che la realtà ci mette sotto gli occhi.

Lei è l’Amministratore dell’Accademia. Come si coniuga oggi, secondo lei, questa eredità storica con le esigenze del sistema dell’arte contemporanea?

Noi siamo tutti quanti professionisti che vivono il nostro tempo con le sue contraddizioni e cerchiamo di dare risposte alle esigenze e alle domande che la contemporaneità ci offre, oltre a esemplificare con mostre le nostre idee sulla qualità dell’operatività di singoli artisti come anche di altri operatori, tentando di tenere il metro più alto possibile. Tra le molte attività, possiamo citare l’importante “Premio Presidente della Repubblica”, un riconoscimento assegnato ogni anno a personalità di spicco nel campo dell’arte, della cultura e della scienza sotto l’egida del Presidente della Repubblica che rappresenta un importante onore per i vincitori. Noi dell’Accademia Nazionale di San Luca diamo indicazione del nominativo per quanto concerne la Pittura, Scultura e Architettura che poi cerchiamo di celebrare dedicandogli una mostra nella nostra sede. Abbiamo nella nostra compagine anche artisti accademici stranieri che di volta in volta nominiamo. L’attenzione alla contemporaneità non può ovviamente eludere proposte e attenzione verso i talenti giovanili, per contribuire alla loro crescita. Il lavoro di un’istituzione come la nostra è un po’ come il lavoro del giardiniere. Bisogna stare attenti, potare quando c’è da potare, far prendere luce, dare la giusta quantità di acqua mostrare la pianta in crescita avendone cura. È un bilanciamento tra sensibilità e attenzione, perché anche l’eccesso di cura e di esposizione spesso non funziona.

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L’Accademia ha anche una sua collezione d’arte, un patrimonio ricco ed eterogeneo. Quali opere raccoglie?

La collezione dell’Accademia è formata principalmente dai doni accademici da parte degli artisti, con l’usanza del dono d’ingresso. E ci sono capolavori formidabili che racchiudono quasi cinque secoli di storia: abbiamo opere di Raffaello, Bronzino, Canaletto, Bernini, Rubens, Van Dick, Piazzetta, Luti, Hayez, Giacomo Balla, tutta la preziosa collezione delle stampe donate da Giovanni Battista Piranesi, gessi di Antonio Canova e tantissime altre opere e altre importanti donazioni di collezionisti, che hanno lasciato le loro opere alla conservazione e cura dell’Accademia.
La nostra collezione è visitabile e stiamo lavorando per incrementarne l’accessibilità anche con visite guidate e didattiche. Si stanno creando dei presupposti molto interessanti con sinergie esterne, sia pubbliche sia private, che porteranno l’Accademia in una nuova fase della sua esistenza.

Di recente avete acquisito proprio in donazione opere del grande gallerista Gian Enzo Sperone. Dedicherete uno spazio in Accademia?

Gian Enzo Sperone è un grande gallerista, mercante e collezionista torinese, uno dei protagonisti del mondo dell’arte internazionale ed ha avuto un ruolo centrale nelle vicende artistiche dagli anni ‘60 ad oggi. La donazione comprende 33 opere d’arte antica e moderna, da Guercino a Bernardo Strozzi, Fra Galgario, Pannini, Assereto, Luca Giordano fino a De Pisis e Michetta e due lavori contemporanei che segnano momenti importanti nell’arte degli anni ‘80-‘90 in Italia, un’opera di Giulio Paolini e un’altra di Carlo Maria Mariani. Un bellissimo insieme di lavori che abbiamo mostrato appena concluse le pratiche di donazione, per dare corpo ed evidenza al ‘gesto’ e che ospiteremo presto in una sala a loro dedicata. Noi abbiamo l’ambizione di crescere e di aggiungere “cose alle cose”, vi invitiamo quindi a venirci a trovare, ci fa sempre molto piacere.

Con i Musei Civici di Fermo state organizzando una mostra che si terrà in autunno, con opere in prestito dalla vostra collezione. Può darci qualche anticipazione?

Sarà proposto un excursus, una passeggiata attraverso dei capisaldi della nostra collezione, a ripercorrere questi 500 anni di storia alle spalle fino ad approdare all’800 e ‘900 con una stretta selezione di opere tutte molto interessanti e di valore. Per anticipare qualcosa, avremo in mostra la copia del quadro simbolo dell’Accademia, molto delicato e che si presta raramente, appunto “Il San Luca che dipinge la Vergine” ma nella versione ad opera di Antiveduto Gramatica, che fu principe dell’Accademia. Inoltre la copia realizzata da Pietro da Cortona della Galatea di Raffaello, un olio su tela di grandi dimensioni, che è un vero piacere mostrare. Si tratta di quadri che venivano utilizzati dall’Accademia per la didattica, a disposizione del giovani di talento per affinarne gusto e pratica.
Poi esporremo a Fermo un altro capolavoro, che è sempre nella linea classicista dell’Accademia: un Guido Reni meraviglioso con la raffigurazione della Fortuna ed altri molto belli fino a giungere nell’ultima sala al Novecento con un Balla del periodo prefuturista, in cui è rappresentata la campagna romana con un contadino che sta tagliando dei cavoli: una scena che lo stesso Balla vedeva dal balcone della sua casa. E molte altre opere: sarà una passeggiata interessante tra le sale di Palazzo dei Priori di Fermo che invitiamo tutti a fare.

Intervista a cura di Sara Stangoni


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