Pubblicato in Dal mondo dei musei, News
15 Nov 25 L’arte di Valerio Adami al CIAC di Foligno con “Mito e spiritualità”
In occasione dei 90 anni dell’artista Valerio Adami, il CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno ospita la grande mostra “Valerio Adami. Mito e spiritualità”, a cura di Italo Tomassoni e Vera Agosti, in programma fino all’11 gennaio 2026.
La mostra rende omaggio al pittore bolognese Valerio Adami, classe 1935, considerato uno dei maestri più riconosciuti dell’arte contemporanea. Presenta 50 opere accuratamente selezionate, tra dipinti e disegni, che indagano il tema della trascendenza, mai affrontato in modo sistematico dalla critica, ma sempre presente nella poetica dell’artista. Adami racconta, attraverso le sue opere, la sessualità, le contraddizioni della società, la violenza e la guerra – ma nel suo lavoro ritorna costantemente la riflessione sul sacro. Non un sacro dogmatico, bensì una spiritualità universale e laica, che affonda le radici nel mito e nella centralità del rispetto per la vita e la morte, intrecciandosi con religioni, tradizioni e culture diverse.
Spiegano i curatori Italo Tomassoni e Vera Agosti: «La poetica di Valerio Adami, rivela, in tutta la sua imponenza, un immaginario complesso tragico ed ironico, favolistico e realistico, simbolico e memoriale, che in questa eccezionale mostra è stato puntualmente e largamente rappresentato anche antologicamente».
La mostra è promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno ed è realizzata grazie alla collaborazione con l’Archivio Valerio Adami e la Fondazione Marconi. L’organizzazione è curata con Maggioli Cultura e Turismo.
Per informazioni: www.ciacfoligno.it
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Valerio Adami: il percorso espositivo al CIAC di Foligno
La mostra al CIAC di Foligno esalta le considerazioni di Valerio Adami nei confronti della vita, rappresentata attraverso emozioni, stati d’animo e situazioni di esperienza riassunte in questa doppia definizione di mito e spiritualità, racchiusa proprio nel titolo della mostra.
Il percorso espositivo alterna opere di grande formato a disegni, che costituiscono per l’artista il nucleo ideativo, la matrice concettuale e poetica da cui nasce il dipinto.
In mostra emergono i rimandi alla storia dell’arte – dalla Trasfigurazione di Raffaello al San Pietro di Crivelli – e le citazioni letterarie e poetiche, lavori emblematici come Calvario ispirato a W.B. Yeats o Figura crocifissa dedicato al pittore Ben Shahn che tanto aveva rappresentato la fine degli anarchici Sacco e Vanzetti. Compaiono angeli – figure nate in occasione della scomparsa del padre e poi sempre più presenti come simboli universali – e sfingi, Caronte e le divinità del mondo classico, ma anche icone dell’ebraismo e dell’Islam come il muro del pianto, le menorah e le moschee.


Il curatore Tomassoni precisa: “Valerio Adami è il grande pittore della forma chiusa ed è per questo che reintroduce una sorta di rinascimento moderno. La sua capacità analitica e spietata nei confronti dell’oggetto, della ricerca e della sua vita, rendono le opere straordinarie sia per l’impatto visivo che per quello emotivo, perché effettivamente la spiritualità è dentro ogni sua opera”.
Disegno e colore si intrecciano, quindi, in un linguaggio capace di rivelare l’universo simbolico di Adami, dove l’ossimoro tra sacro e profano si scioglie nella ricerca di una verità formale e di una narrazione dell’esistenza.
“Io credo che l’arte debba in qualche modo ristabilire un ponte con il divino, probabilmente attraverso uno stato di estasi. Si crede che oggi il sacro non abbia più senso, e che la cultura moderna debba uccidere l’ultimo dio per trovare una nuova felicità. Penso invece che l’arte sia ancora questo ponte verso il sacro, verso la ricostruzione del mito.”
Da un intervento di Valerio Adami del 2000 intitolato L’importanza del destinatario



