La cooperativa di comunità applicata al turismo: un modello d’impresa fondato sui residenti

Pubblicato in Attualità, News

16 Lug 22 La cooperativa di comunità applicata al turismo: un modello d’impresa fondato sui residenti

Nei progetti di sviluppo di una destinazione i capisaldi sono sempre: gli operatori economici e l’amministrazione locale. Poi vengono i residenti. Questo perché si dà per scontato che i primi due siano i soggetti in grado di offrire servizi ed infrastrutture al turista. I secondi beneficiano di questi proprio come gli stessi visitatori.

In molte destinazioni però questo paradigma si sta ribaltando: risorse pubbliche sempre più scarse ed opportunità economiche legate ai flussi turistici che non sono sostenibili, economicamente, nei luoghi dove questi stessi flussi sono carenti (o fortemente stagionali) hanno portato alla nascita ed allo sviluppo di un modello d’impresa fondato sui residenti. La cooperativa di comunità.

L’Associazione “Borghi Autentici d’Italia” la definisce come “uno strumento che condivide e realizza la comunità stessa, mettendo a disposizione (ciascun socio e tutti insieme) la propria creatività, le proprie capacità, il proprio saper fare, per rispondere, in termini di servizi, ai fabbisogni emergenti in relazione al welfare, allo sviluppo sostenibile, al miglioramento della qualità di vita e del contesto ambientale e sociale locale”.

 

Cooperative di comunità: obiettivi, strategie, metodi e strumenti

Nel settore turistico questa definizione raggiunge un ulteriore grado di approfondimento in quanto la cooperativa di comunità diviene lo strumento per consolidare prima una governance condivisa con l’amministrazione locale (una delle caratteristiche delle DMO – Destination Management Organization) poi crea e sostiene quella rete di servizi sul territorio senza i quali non esisterebbe alcun turismo nella destinazione.

È indubbio, infatti, che per essere attrattivi di uno o più mercati potenziali di turisti devono essere chiari a tutti coloro che compartecipano dell’accoglienza turistica gli obiettivi, le strategie ma anche i metodi e gli strumenti per poterla applicare nel concreto (oltre che promuovere). Il modello delle cooperative di comunità applicate al turismo diventa uno strumento privilegiato che difatti inizia ad essere impiegato diffusamente in particolare nelle azioni rivolte alle aree interne della “Hidden Italy” che sta diventando uno dei trend con un potenziale di sviluppo significativo soprattutto sui mercati internazionali.

Addirittura, in Toscana, regione all’avanguardia da sempre sul tema turistico, ad aprile 2022 si è svolta la borsa del turismo cooperativo toscano promossa dall’Associazione Italiana di Turismo Responsabile. Questa attività rappresenta uno dei servizi resi dalla Sigeric, Comunità di Turismo Sostenibile di Pontremoli, insieme alle attività legate al cicloturismo e all’implementazione dell’offerta didattica per il turismo scolastico.

Ci sono alcune esperienze decisamente interessanti anche oltre la Toscana che si possono prendere ad esempio, perché impegnate in settori diversi dell’economia turistica. Forse i più famosi sono i “Briganti di Cerreto”, in provincia di Reggio Emilia, che si sono posti l’obiettivo di combattere lo spopolamento della piccola frazione ristrutturando e mettendo a disposizione dei turisti degli alloggi rurali tipici della zona e riorganizzando e gestendo attività sportive dalla mountain bike alle passeggiate a cavallo e con le ciaspole, in base alla stagione. Tutto questo riuscendo a creare, e mantenere, ben 6 posti di lavoro su 70 residenti.

Sempre in zona è celebre l’esperienza della “Valle dei Cavalieri”, in attività addirittura dal 1990, che gestisce, oltre ad attività per i (pochi) residenti come bar e bottega di alimentari, anche un agriturismo (addirittura con annesso centro benessere), un ristorante e organizza attività outdoor sia per turisti che per le scuole.

Questo modello si adatta benissimo a tutta Italia e in diversi contesti, ad esempio a Fiumefreddo Bruzio in provincia di Cosenza, c’è l’albergo diffuso “Borgo di Fiume” oppure a La Spezia si trova “Terre di Magra” specializzati nel property management di appartamenti in affitto breve turistico.

Infine, a San Sicario (TO) la cooperativa Non Solo Neve ha completamente rivoluzionato la vita della stazione sciistica della Via Lattea andando a riqualificare sia gli esercizi commerciali che l’intera gestione degli impianti di risalita.

La riflessione che si può trarre da questi esempi è che le comunità ospitanti, delle quali ho scritto nei precedenti articoli come fulcro centrale di una reale destinazione turistica partecipata e consapevole, possono esse stesse organizzarsi per fornire quei servizi che dovessero essere carenti o insufficienti per attrarre flussi turistici. Senza aspettare investimenti esterni, privati o pubblici, che possono essere legati a logiche di profitto o politiche, ma che fanno fatica ad arrivare in destinazioni dai flussi limitati e poco popolate.

Che la comunità locale si impegni, in forma cooperativa o in altre forme come quelle associative (es. le Pro Loco), per gestire turisticamente seconde case, percorsi escursionistici ed eventi è realmente una opportunità imperdibile da supportare con ogni mezzo (animazione territoriale professionale) e finanza (bandi, progetti) per sviluppare una coscienza ospitante che ispiri quel senso di co-partecipazione alla vita locale che è il traino principale del turismo in Italia sotto la denominazione di “Italian lifestyle”. L’Italia non è la destinazione dove tutti vorrebbero andare (come risulta da articoli ed interviste resi a tutti i livelli dagli anni ’80 ad oggi) ma quella in cui tanti sognano di vivere e per farlo non si può rimanere in una bolla, ma entrare in intimo contatto con chi la abita quotidianamente per poterne condividere il senso profondo di millenni di storia, tradizioni e culture uniche ed irripetibili.

 

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MARKETING TERRITORIALE
Rubrica a cura di Marco Cocciarini

Laureato in Economia del Turismo, è consulente di sviluppo innovativo strategico e tecnologico per il destination management turistico in particolare su progetti di cooperazione internazionale e locale. È stato business developer di alcune delle più celebri startup italiane in ambito turistico ed è attualmente responsabile territoriale della loro associazione nazionale.

 

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