A OSIMO LA MOSTRA DI DE CHIRICO

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31 Mag 18 A OSIMO LA MOSTRA DI DE CHIRICO

La mostra Giorgio de Chirico e la Neometafisica, a cura di Vittorio Sgarbi con la collaborazione di Maria Letizia Rocco, è in programma fino al 4 novembre al Palazzo Campana di Osimo ed è realizzata grazie alla concessione del generoso prestito di un nucleo di opere della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.

Sono esposte più di 60 opere, tra dipinti, disegni, sculture e grafiche (presto raccolte nel prestigioso catalogo della mostra edito da Maggioli Musei) ripercorrono prevalentemente l’ultimo periodo di produzione artistica di Giorgio de Chirico: la Neometafisica.

Presente anche il famoso quadro “Le muse inquietanti”, olio su tela da 97 per 66 centimetri, gentilmente concesso in prestito dalla Fondazione Carima – Museo Palazzo Ricci di Macerata e quello che rappresenta la moglie Isa: opere sono caratterizzate da una felicissima vena creativa che mette in scena una rappresentazione divertita degli stessi temi proposti nelle prime opere.

All’inaugurazione era presente il critico d’arte Vittorio Sgarbi che il 31 maggio scorso, al teatro gremito “La Nuova Fenice di Osimo”, ha presentato la mostra da lui curata.

A novembre infatti ricorreranno i quarant’anni dalla scomparsa del grande artista Giorgio De Chirico e Osimo chiude il primo ciclo fatto di quattro grandi mostre in città proprio con questo grande omaggio all’artista, uno dei primi ad aprire al Surrealismo e alla Pop art, per la prima volta su suolo marchigiano. 

I soggetti rappresentati nelle opere esposte sono i medesimi di quelli rappresentati nel periodo Metafisico. Sono sempre piazze, interni/esterni e manichini ma tutto, anche il cromatismo e la costruzione dello spazio, è in grado di innescare richiami cognitivi ed empatici di natura più lieta e quasi ironica.

Una nuova e matura dimensione in cui l’artista gioca consapevolmente a declinare il suo immenso universo di immagini, alla luce di una poetica che traduce la malinconia dei toni cupi del primo periodo. Questa nuova consapevolezza, è rinnovata fucina degli stessi temi che hanno ispirato da sempre il Maestro: la mitologia greca, il profondo studio della filosofia di Friedrich Nietzsche, le sue esperienze legate indissolubilmente con alcune città italiane.

Seguendo la sua idea di prospettiva ribaltata e di tempo circolare nel segno dell’Eterno ritorno di Nietzsche, de Chirico riscopre i suoi manichini, i suoi archeologi, le sue piazze e i suoi assemblaggi incongrui in un nuovo vortice di idee in cui il pensiero anticipa la dimensione “concettuale” della pittura delle più giovani generazioni che hanno trovato in de Chirico un fondamenta- le punto di riferimento.

 



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