PNRR: BANDI E FONDI PER IL TURISMO E LA CULTURA – Rurale fa rima con culturale

Pubblicato in Attualità, News

24 Apr 22 PNRR: BANDI E FONDI PER IL TURISMO E LA CULTURA – Rurale fa rima con culturale

Si è avviata subito dopo Pasqua l’operazione di posizionamento di un ulteriore ed originale tassello del mosaico disegnato dal PNRR per contribuire alla rigenerazione del patrimonio culturale “minore” del nostro Paese. Quello, cioè, rappresentato dai piccoli siti disseminati lungo la nostra penisola e fuori dai circuiti delle grandi mete d’arte. Dopo l’avviso che ha coinvolto poco meno di 2mila borghi italiani e quello dedicato al recupero di parchi e giardini storici, di cui abbiamo già parlato, è giunto il momento di promuovere la tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale. È ufficialmente partito, infatti, l’iter di assegnazione dei 590 milioni di euro destinati dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza all’investimento 2.2 della Componente 3 della Missione 1, quella appunto interamente dedicata al Turismo ed alla Cultura.

Si tratta di un’operazione che mira a dare impulso, per la prima volta in modo così sistematico e diffuso sul territorio nazionale, a un processo di valorizzazione degli edifici storici rurali e tutela del paesaggio agricolo.

Molti degli edifici rurali e delle strutture agricole che caratterizzano, con la loro presenza, il paesaggio delle nostre campagne costituiscono anche una testimonianza insostituibile delle tradizioni e della cultura sociale del nostro Paese, ma hanno subìto nel tempo un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche distintive, nonché il rapporto con gli spazi circostanti. Il recupero di una parte di queste strutture migliorerà la qualità paesaggistica del territorio ed il loro uso pubblico restituirà alla collettività un patrimonio di valore identitario e culturale assai prezioso, favorendo il turismo sostenibile nelle zone rurali e la valorizzazione della produzione legata al mondo agricolo e all’artigianato tradizionale.

A differenza dei precedenti, l’attuazione di questo investimento della Componente del Piano dedicata al Turismo ed alla Cultura avviene in modo distribuito sul territorio nazionale proprio per consentirne la massima aderenza alle caratteristiche distintive del paesaggio rurale. Le risorse complessive destinate alla misura sono state, infatti, preventivamente distribuite tra le 21 Regioni e Province autonome ciascuna delle quali procede alla loro assegnazione attraverso avvisi autonomi dei quali, ad oggi, sono stati pubblicati già quelli di Friuli, Sardegna, Emilia Romagna, Basilicata, Lazio, Lombardia, Campania, Sicilia, Veneto e Puglia ma gli altri seguiranno a ruota. Pur con alcune differenze, legate alle peculiarità dei rispettivi territori, gli avvisi regionali hanno tutti il duplice obiettivo strategico di:

  • preservare i valori dei paesaggi rurali storici attraverso la protezione del patrimonio culturale, materiale e immateriale e la valorizzazione di pratiche agricole tradizionali cruciali per mantenere i loro paesaggi;
  • sostenere la creazione di iniziative e attività legate ad una fruizione turistico-culturale sostenibile, alle tradizioni e alla cultura locale.

L’intervento finanziario si rivolge, quindi, a contrastare l’abbandono, il degrado e l’alterazione dei beni del paesaggio rurale, posseduti o gestiti da privati, facendo in modo che siano preservati e messi a disposizione della comunità locale. I beni in oggetto sono in linea generale:

  • edifici rurali: edifici con scopi abitativi o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, masserie, trulli, scuole rurali, ecc.), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario;
  • strutture e/o opere rurali: manufatti strettamente legati all’attività produttiva agricola (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);
  • elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: edificazioni con scopi religiosi e popolari delle comunità rurali (cappelle, chiese rurali, edicole votive, ecc.).

Ciascuna Regione, a seconda delle relative specificità, può inoltre rivolgere il sostegno in oggetto anche ad altri tipi di edifici del patrimonio rurale locale.

Beneficiari sono le persone fisiche, gli Enti del Terzo Settore e le altre Associazioni e Fondazioni, gli Enti ecclesiastici riconosciuti, le imprese in forma individuale o societaria e le cooperative che siano proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, di immobili appartenenti al patrimonio culturale rurale. I beni del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale possono anche essere di proprietà pubblica, a condizione che i soggetti sopraelencati ne abbiano piena disponibilità.

L’agevolazione prevista consiste in un contributo a fondo perduto di importo massimo, per ciascun intervento, di 150mila euro, pari al 100% delle spese ammissibili (risanamento conservativo e recupero funzionale, miglioramento sismico e dell’efficienza energetica, abbattimento delle barriere architettoniche, manutenzione del paesaggio rurale e allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi sociali, culturali, ambientali e turistici – escluso l’uso ricettivo – per l’educazione ambientale e la conoscenza del territorio) se il bene su cui si va a intervenire è oggetto di dichiarazione di interesse culturale, all’80% in tutti gli altri casi.

L’obiettivo immediato dell’investimento è recuperare ad uso collettivo almeno 3.000 edifici che costellano le campagne italiche, ma quello a lungo termine è restituire alla nostra qualità del vivere e dell’ospitare la bellezza del paesaggio e dell’architettura delle terre che ci circondano. Custodi, come sono, della nostra storia e del nostro unico e generoso patrimonio culturale.
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PNRR: BANDI E FONDI PER IL TURISMO E LA CULTURA
Rubrica a cura di Gianfranco De Gregorio

Laureato in Giurisprudenza, è consulente d’impresa e della pubblica amministrazione con 35 anni di esperienza in innovazione, comunicazione e progettazione comunitaria.

 

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