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07 Feb 25 Rinascimento a Fermo: in mostra un focus sul Cinquecento
Un focus particolare sul Cinquecento permette di scoprire il periodo rinascimentale della storia millenaria della città di Fermo, che rientra nella cultura denominata Rinascimento adriatico. Fino al 4 maggio 2025 Palazzo dei Priori ospita la mostra “Rinascimento a Fermo”, a cura di Vittorio Sgarbi con Walter Scotucci. Una mostra work in progress che sta accogliendo mano a mano nuove opere d’arte, per fare conto di un periodo non ancora compiutamente indagato. Tra i principali protagonisti che operarono in quest’area, tra gli ultimi decenni del Quattrocento e il Cinquecento, ci sono Carlo e Vittore Crivelli, Antonio Solario, Giuliano da Fano, Vincenzo Pagani, Lorenzo Lotto, arricchiti dalla presenza in mostra di Giulio Romano, Antoniazzo Romano e molti altri.
Il curatore Vittorio Sgarbi sulla mostra: “L’elitè della società ‘adriatica’ rinascimentale fermana produsse una grande rinascita nel segno della classicità, con un patrimonio artistico mobile davvero ricco di sfavillanti testimonianze“.
La mostra è promossa dal Comune di Fermo con il contributo della Regione Marche, della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, partner Mus-e del Fermano e in collaborazione con Sinopia. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura e Turismo.
Per informazioni sulla mostra > www.fermomusei.it
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In mostra Carlo e Vittore Crivelli, Pagani, Lotto, Giulio Romano e molti altri
L’esposizione a Palazzo dei Priori è un primo invito alla ricerca e alla ricognizione: non si può, infatti, capire a pieno l’importanza della città di Fermo tra fine ‘400 e in tutto il ‘500 se si considera soltanto il patrimonio storico artistico ed architettonico che attualmente è conservato in città. Apparirebbe, invece, più chiaro, reintegrandolo di quelle testimonianze di cui nel tempo è rimasto privo. Ad esempio la presenza di Lorenzo Lotto a Fermo, da collegare a quella contemporanea dell’architetto Antonio da Sangallo il giovane e che è in mostra con due ritratti esemplari. Come anche la figura di Vincenzo Pagani che assunse il ruolo di assoluto protagonista del Cinquecento fermano, con opere importanti e meritevoli di confronto con i suoi contemporanei. Non potevano mancare le opere dei fratelli Carlo e Vittore Crivelli, in particolare rispettivamente la “Pietà” e il trittico “La visitazione della Vergine a Santa Elisabetta, San Giovanni Battista e San Francesco – Crocifissione”.
“Questa esposizione è un’altra bella opportunità di arte e di cultura che Fermo offre alla città ed al territorio – ha detto il Sindaco Paolo Calcinaro – e siamo sicuri rappresenterà una nuova occasione per ammirare le proposte espositive e al contempo per conoscere il patrimonio storico e culturale di Fermo. Ringrazio i curatori il prof. Vittorio Sgarbi e il dott. Walter Scotucci, Maggioli e gli uffici Comunali per questa esposizione che impreziosisce l’offerta culturale della città”.


La mostra “Rinascimento a Fermo” permette quindi una riflessione sulla bellezza e ampiezza di questo meritevole patrimonio e si arricchirà di opere durante il periodo di esposizione per stimolare ulteriori studi e approfondimenti. La mostra “Rinascimento a Fermo” si completa con un suggestivo video immersivo dedicato alle opere in mostra e non solo, che invita ad un viaggio fra nuvole, angeli e putti, in un’esplosione di colori. Come scriveva Leonardo Da Vinci: “Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare”.
Il curatore Walter Scotucci sulla mostra: “Tra le gravi mancanze dell’attuale patrimonio storico artistico ed architettonico di Fermo va annoverata quella della pala di Giovanni Pagani del 1513 per l’altar maggiore della chiesa di San Rocco in piazza del Popolo, l’opera di Olivuccio di Ciccarello e la tavola di fra’ Fabiano da Urbino, oggi a Brera ed un’altra importantissima di Lorenzo Lotto datata 1535, sostituita da una copia ottocentesca di buona fattura”.
Lungo sarebbe ancor più l’elenco se si volesse entrare nel merito della dispersione di opere provenienti da collezioni private di cui le famiglie nobili fermane, in ogni epoca, hanno sempre fatto tesoro. Dispersioni che non hanno ovviamente neppure risparmiato manufatti lapidei, sculture lignee, codici ed oggetti preziosi di oreficeria, con un bilancio finale davvero molto doloroso, causato per lo più da requisizioni, rapine di guerra o da vendite, ma anche dall’usura del tempo, dalla trascuratezza degli uomini e dalle trasformazioni che i secoli inevitabilmente hanno comportato.
“Dopo la mostra fotografica di McCurry che tanto successo sta riscuotendo – aggiunge l’assessore alla cultura Micol Lanzidei –, Palazzo dei Priori si conferma essere polo espositivo di punta della città con un’altra esposizione che avremo il piacere e l’onore di svelare a poco a poco. Fermo si conferma una realtà nella produzione culturale, in grado di stupire e di sorprendere con la sua bellezza. Un grazie al lavoro di Maggioli Cultura, di Sinopia, degli Uffici Comunali ed al prof. Vittorio Sgarbi ed al dott. Walter Scotucci per la curatela preziosa e come sempre qualificata”.
