“UMBRIA. PATRIMONI”

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24 Ott 23 “UMBRIA. PATRIMONI”

VOLUME di Elvio Lunghi e Giovanni Tarpani
edizione Maggioli Cultura e Turismo

SCOPRI LE FOTOGALLERY: abbazie, borghi, chiese, musei.

In questo secondo volume dedicato all’Umbria, abbiamo scelto nuovi luoghi, noti e meno noti, dove vivere un’esperienza, affidandone ancora il racconto alle parole dello storico dell’arte Elvio Lunghi e agli scatti del fotografo Giovanni Tarpani. Dopo “Eredità” presentiamo “Patrimoni” con la volontà di stimolare un incontro visivo con il lettore e una rinnovata ricerca personale.

Questo secondo libro è parte di un modello originale di valorizzazione dei beni culturali proprio di Maggioli: continua il nostro invito a vivere la vivacità dell’Umbria e a godere qui di esperienze autentiche, scavando nel suo tessuto più intimo, negli angoli più segreti, osservando linguaggi e narrazioni dense di realtà.

Un invito al viaggio in un patrimonio incredibilmente unico.

FOTOGALLERY “UMBRIA. PATRIMONI”.

AMELIA. Mura urbiche

Le mura megalitiche sono quasi integralmente conservate sotto le parti che furono sopraelevate in età medievale, e raggiungono una lunghezza che supera di poco i 700 m, sono alte 6 m e larghe 3,50 m. sono costruite con blocchi di calcare locale che possono raggiungere 3 m in lunghezza e 1,50 m di altezza, montati a secco senza leganti cementizi e senza grappe.


ASSISI. Domus romane

Assisi è una città di costa sopra una serie di terrazzamenti ottenuti sbancando pochissimo e sorreggendo con mura di contenimento le terrazze confinanti. Scavando a fondo, a essere fortunati si possono trovare dimore patrizie con mosaici pavimentali e pareti dipinte, che fanno di Assisi il sito archeologico più interessante a nord di Roma.


ASSISI. Tempio di Minerva

Non si sa se era questa la sede del foro, come lascerebbero credere le botteghe riscoperte nella piazza sottostante l’odierna, o se piuttosto era un santuario dedicato al culto delle acque lustrali, per la presenza di una sorgente. Non è nemmeno chiaro a quale divinità fosse intitolato il tempio.


BETTONA. Oratorio di Sant’Andrea

Nel corso di lavori di consolidamento furono riscoperti ampi brani degli affreschi. sulla parete occidentale la lavanda dei piedi e la salita al calvario, mentre la Crocifissione era sulla parete d’altare ma non ne era rimasta traccia: sono gli stessi soggetti di tante laude della passione che i disciplinati umbri cantavano all’interno dei loro oratori.


CALVI DELL’UMBRIA. Oratorio di Sant’Antonio

Il presepe monumentale è disposto in due nicchie sovrapposte. l’inferiore accoglie il gruppo principale della Sacra Famiglia, insieme ad angeli musicanti, al bue e all’asino e a tre pastori. in due nicchie laterali compaiono i santi Rocco e Antonio Abate.


FOLIGNO. Abbazia di Sassovivo

Una delle più importanti abbazie benedettine di età medievale in valle umbra, sui monti a oriente di Foligno. soprattutto un’abbazia ricca di storia cartacea perché fortunatamente Sassovivo dispone ancora di un ricchissimo fondo archivistico.


FOLIGNO. Oratorio della Nunziatella

L’altare a destra è intitolato al battesimo di Cristo. Nella cornice è lo stemma dei mercanti di Foligno, mentre un’iscrizione fa il nome di un Giovanni Battista Mercanti che commissionò per «pietate» l’opera a Pietro Perugino, verosimilmente dopo la morte avvenuta nel gennaio 1513.


GUBBIO. Chiesa di Santa Maria Nuova

Con l’Unità d’Italia la chiesa diventa un museo, aperto ai turisti devoti alla Madonna del Belvedere capolavoro di Ottaviano Nelli. È un dipinto eseguito a buon fresco al centro della parete occidentale. Ritrae la Madonna dell’Umiltà, con Maria seduta sopra un cuscino a sua volta posto sopra un prato fiorito.


MARSCIANO, Cerqueto. Chiesa di Santa Maria Assunta

La chiesa neoclassica conserva al suo interno un dipinto frammentario di Pietro Perugino, con un San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro. L’affresco fu staccato a massello dalla cappella intitolata a Santa Maria Maddalena..


MONTEFALCO. Chiesa di Sant’Agostino

Vista dalla strada, Sant’Agostino ha una facciata a capanna, con un’aggiunta sul fianco destro che sfoggia gli stemmi della Chiesa e di Jean d’Amiel, rettore del ducato di Spoleto, originario di Cahors in Provenza e intrinseco ai pontefici nei lunghi anni avignonesi. All’interno tanti affreschi di epoche differenti, molti dei quali conservati in frammenti.


MONTEFALCO. Chiesa di Santa Maria di Turrita

L’aspetto della chiesa di Santa Maria, soprattutto la forma dell’abside esterna, è tipico delle fabbriche minori del XII secolo. suggestiva è la presenza di due teste umane nella ghiera dell’arco del portale, una delle quali ritrae una figura maschile con una corona in testa che l’ha fatta identificare nella persona dell’imperatore, e l’altra nella persona del papa.


NARNI. Narni sotterranea

Decisamente curioso fu un gruppo di sei giovani speleologi, che nel 1979 nel sottosuolo di questa antica città a strapiombo sul fiume Nera, dal quale prende il nome, s’imbatterono in un ambiente ipogeo che solo in seguito si rivelerà essere una chiesa intitolata a San Michele Arcangelo, della quale si era persa la memoria.


NOCERA UMBRA. Pinacoteca Comunale

I quadri più importanti della collezione sono un Crocifisso proveniente dalla chiesa extra-urbana dei frati, lo splendido polittico di Nicolò Alunno, una grande tavola della stagione più visionaria di Matteo da Gualdo. si entra in San Francesco per gli innumerevoli affreschi votivi visibili nella navata destinata al popolo, che la fanno sembrare uno scavo archeologico in verticale.


PANICALE. Santuario della Madonna di Mongiovino

Ogni castello sulle sponde del lago Trasimeno ha il suo santuario all’esterno delle mura, da raggiungere in processione e fare mercato nei giorni di festa, con l’usuale immagine mariana che d’improvviso manifesta segni meravigliosi, fa gridare al miracolo e attira folle crescenti di devoti a chiedere grazie e dirsene soddisfatti.


PASSIGNANO SUL TRASIMENO, Castel Rigone. Chiesa della Madonna dei Miracoli

Un dipinto che ritraeva una Madonna aveva parlato a una fanciulla uscita di casa per attingere l’acqua da un pozzo all’esterno delle mura del castello. L’edicola era circondata da rovi e da spine: cosa chiedeva Maria? Voleva che la sua immagine fosse liberata dall’incuria presente.


PERUGIA. Abbazia di San Pietro

Si è spesso frainteso San Pietro con l’antica cattedrale di Perugia, quando invece la destinazione funeraria e il titolo petrino ne fanno riconoscere il modello nella basilica vaticana a Roma, che fu anch’essa una chiesa sepolcrale e dalla quale derivò la pianta basilicale a tre navate con la doppia fila di sostegni, 18 colonne di spoglio ornate da capitelli ionici.


PERUGIA. Oratorio di San Francesco dei Nobili

L’oratorio originario fu radicalmente modificato in età tridentina e abbandonò gli ideali di povertà e semplicità ispirati al «poverello» di Assisi. Dopo un atrio decorato con stucchi del francese Jean Regnaud, si entra in un salone con un magnifico soffitto a cassettoni intagliato e dorato.


PERUGIA. Tempio di Sant’Angelo

Il punto più alto di Perugia non è la fortezza di Porta Sole, ma il tempio di Sant’Angelo in capo all’omonimo rione. L’edificio doveva sorgere come chiesa cristiana, ma questa opinione ha faticato a imporsi su una leggenda cavalleresca che lo vuole il padiglione del paladino Orlando, o un tempio pagano dedicato a Diana o a Pan.


PERUGIA, Fontignano. Chiesa dell’Annunziata

In chiesa c’è una Madonna col Bambino nella quale è riconoscibile la maniera di Pietro Perugino, che la dipinse sullo scorcio del 1522. In seguito al matrimonio nel 1493 con Chiara Fancelli il pittore dimenticherà le sue precedenti madonne dalle lunghe chiome bionde, per introdurre una fisionomia femminile dal volto fiorente: un ritratto della sua sposa fiorentina.


PERUGIA, Montelabate. Abbazia di Santa Maria di Valdiponte

Montelabate conserva intatto il fascino dei tempi antichi, per la bellezza dei campi coltivati, l’integrità del monumento, la cortese accoglienza offerta ai visitatori dalla fondazione Gaslini di Genova, che acquistò l’azienda nel 1956 reinvestendone gli utili, soprattutto olio evo e cereali, in opere di bene.


PERUGIA, Sant’Egidio. Maestà della Villa

In origine era un’edicola viaria all’altezza del valico che collegava la Val Tiberina alla Valle Umbra. Il dipinto originario esiste ancora, è una Madonna col Bambino tra i santi Antonio Abate e Egidio di un pittore umbro che vi imita intorno all’anno 1300 un modello senese, forse di Duccio di Boninsegna.


SAN GIUSTINO. Castello Bufalini

Con il conte Giulio I “Bufalini” il castello perse l’aspetto di fortezza e acquistò quello di residenza di campagna. L’incarico fu dato a un architetto fiorentino, Nanni Unghero, che nel 1530 trasformò gli ambienti a pianterreno in ampli saloni, decorò la facciata con un arioso loggiato a due piani e lo collegò con un porticato all’accesso esterno.


SPELLO. Chiesa di Sant’Andrea

Diversi benefattori fecero decorare le pareti. Fu così che in capo alla navata fu esposto un Crocifisso dipinto da un aiuto di Giotto coinvolto nelle storie della vita di san Francesco ad Assisi; o che sopra l’altare maggiore fosse esposta una grande tavola richiesta a Bernardino Pintoricchio, ma in realtà dipinta da Eusebio di San Giorgio.


SPELLO. La «Cappella Bella»

Da un arco a metà della navata della chiesa si entra nella cappella della Beata Vergine Maria, che sarà chiamata «Cappella Bella» dallo scorcio del XVI secolo e «Cappella Baglioni» dall’inizio del XIX. Il ritratto del pittore è identificato da una scritta per «BERNARDINUS PICTORICIUS PERUSINUS», con accanto gli strumenti del mestiere e la data 1501 del termine dei lavori.

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SPOLETO. Deposito di Santo Chiodo

Nei primi anni del XXI secolo, la regione Umbria, Comune di Spoleto, storici dell’arte e imprese di restauro costruirono un capannone attrezzato destinato alla raccolta di opere d’arte da un territorio ad alto rischio sismico. Nel 2016 fu inaugurato con le tante opere d’arte recuperate dagli edifici danneggiati nel territorio di Norcia e che ancora conserva. È l’Umbria dei patrimoni.


TERNI. CAOS – Centro Arti Opificio Siri

Terni è forse la città umbra che meglio è riuscita ad armonizzare l’eredità del passato e l’attesa del futuro. Il CAOS comprende un museo archeologico, un museo di arte medievale e moderna e uno di arte contemporanea, spazi per esposizioni temporanee, un teatro, laboratori e residenze per stage di artisti, una biblioteca, ma anche un ristorante-caffetteria e giochi per l’infanzia.


TORGIANO, Brufa. Parco delle Sculture

Ogni anno ha la sua statua, il più delle volte immagini astratte seguendo la vocazione del secondo Novecento, raramente sculture figurative, tutte comunque esposte all’aria aperta, al sole e al vento e con i piedi o la base saldamente a terra, in mezzo a un prato o ai campi coltivati.


TREVI. Complesso Museale di San Francesco

Un percorso espositivo che va dall’età preromana al primo Novecento, una vera «isola dei musei» nonostante le dimensioni minuscole di Trevi. Di tutta la collezione il pezzo più importante è il grande Crocifisso sopra l’iconostasi in chiesa. una sezione è intitolata al «Museo della civiltà dell’ulivo», perché Trevi è la località capofila che ha ottenuto dall’Unesco il riconoscimento per la fascia olivata che va da Assisi a Spoleto.


TUORO, Isola Maggiore. Chiesa di San Michele Arcangelo

L’antica pieve di San Michele è un blocco parallelepipedo con una facciata a capanna dominata da un campanile a vela. Ha un notevole interesse per i numerosi dipinti alle pareti, quasi tutti eseguiti pro remedio animae. Interessante è una frammentaria assunzione della Vergine all’interno di una mandorla sorretta da angeli.


EXTRA UMBRIA

FANO. Chiesa di Santa Maria Nuova, Pala di Durante

La presenza di quadri del Perugino e di Giovanni Santi all’interno della stessa chiesa è stata ampiamente sfruttata da chi vi ha riconosciuto una forma di staffetta tra padre e maestro sulla futura formazione di Raffaello.


ROMA. Galleria Borghese, Pala Baglioni

Scipione Borghese, per una sua collezione di statue antiche e di dipinti e sculture contemporanee, da Caravaggio a Bernini, nel marzo 1608 fece rubare dalla chiesa di San Francesco al Prato di Perugia un quadro di Raffaello che ritraeva il trasporto di Cristo nel sepolcro.




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