Foligno contemporanea: protagonisti la Calamita Cosmica e le mostre al CIAC

Pubblicato in Dal mondo dei musei, News

04 Giu 22 Foligno contemporanea: protagonisti la Calamita Cosmica e le mostre al CIAC

L’arte contemporanea occupa e “riempie” la città di Foligno. In un’Umbria medioevale e rinascimentale, ricca di personalità artistiche, spiccano due spazi di un unico polo museale che raccontano la nostra epoca e diventano contenitori di meraviglia, provocazione, tensione e sperimentazione. Ad attrarre sempre più visitatori sono la scultura ‘Calamita Cosmica’ di Gino De Dominicis, ospitata nell’ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, e il Centro Italiano Arte Contemporanea (CIAC), sede di una collezione permanente e di mostre d’arte, ambedue di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
(sito web del circuito musealewww.ciacfoligno.it)

Anche i dati dimostrano la crescita d’interesse per questa proposta culturale contemporanea. Nello scorso mese di aprile sono stati quasi 4000 i visitatori provenienti da ogni parte d’Italia. Numeri importanti, se si considera che in un solo mese è stato registrato il totale di visitatori di tutto l’anno 2019, quindi precedente all’emergenza sanitaria. Il dato dimostra come i luoghi di cultura, e l’arte contemporanea in particolare, siano di forte attrazione dopo le restrizioni imposte negli ultimi periodi.

Calamita Cosmica di Gino De Dominicis

Il monumentale scheletro antropomorfo ‘Calamita Cosmica’ è una delle opere monumentali più significative ed enigmatiche di tutto il Novecento. È stato realizzato da Gino De Dominicis (link wikipedia) in gran segreto nel 1988, in polistirolo espanso, gesso e resine sintetiche. Stupisce adulti e bambini per le sue dimensioni: ventiquattro metri di altezza per quattro metri di larghezza, con un becco di uccello in sostituzione del naso e un’asta dorata che poggia in equilibrio sull’ultima falange del dito medio della mano destra, a rappresentare l’attrattore delle forze cosmiche sulla terra e scandisce il tempo. “Scheletrone”, come è confidenzialmente chiamato, è posto supino con le braccia lungo i fianchi. Originariamente l’opera aveva un altro titolo: “24 metri di forme d’oro”: lo stesso De Dominicis lo aveva pensato avendo in animo nel progetto iniziale (mai realizzato) di ricoprire lo scheletro interamente d’oro zecchino. Prima di giungere de finitamente a Foligno, la ‘Calamita Cosmica’ è stata esposta al MAC di Grenoble, al Museo di Capodimonte di Napoli, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, in Piazzetta Duomo a Milano, alla Reggia di Versailles, al MAXXI di Roma, al Forte di Belvedere di Firenze.

Nel 2011 la Calamita Cosmica è stata acquistata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno come parte integrante del CIAC, Centro Italiano di Arte Contemporanea. Occupa, con un colpo d’occhio incredibile, l’intera navata della settecentesca ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, gioiello di architettura neoclassica progettato da Carlo Murena, allievo a Roma di Luigi Vanvitelli e maestro dell’architetto Giuseppe Piermarini, frutto di un accurato restauro. Come scrive lo storico dell’arte Elvio Lunghi nel recente volume Umbria. Eredità, l’impianto architettonico che accoglie la ‘Calamita Cosmica’ consente al visitatore “di perdersi e impressionarsi nel percorso labirintico di questo enorme ammasso di ossa preistoriche, a significare lo spirito di un’arte rivolta al passato diversamente che al futuro come usualmente avviene per le avanguardie artistiche. Lo “scheletrone” è tanto grande che a fatica lo spazio di una chiesa lo contiene e ottiene un effetto singolarmente affine alle Tombe Medicee di Michelangelo Buonarroti, dove le immagini di un Tempo che consuma il Tutto (Condivi) raggiungono l’immortalità grazie alla loro infinita bellezza, tema costante nell’opera di De Dominicis. Anche per queste ossa primordiali si possono spendere i versi di Michelangelo: Caro m’è ‘l sonno, e più l’esser di sasso, mentre che ‘l danno e la vergogna dura; non veder, non sentir m’è gran ventura; però non mi destar, deh, parla basso”.

 

CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea 

Questo complesso architettonico, iconico e marcatamente contemporaneo, nasce nel 2009 nel centro storico di Foligno, nello spazio occupato prima dalla Centrale del Latte e poi da un Ufficio Postale. Semplicità e rigore caratterizzano la costruzione, unendo il nuovo all’antico in un contrasto stimolante. Rappresenta il punto d’arrivo di un’attenzione sempre più crescente della città verso la ricerca artistica contemporanea, grazie all’operato della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, in collaborazione con il Comune di Foligno. Il CIAC promuove e realizza mostre e manifestazioni culturali di rilevanza nazionale e internazionale, con la direzione artistica di Italo Tomassoni.

La collezione permanente raccoglie grandi personalità dell’arte figurativa, frutto di una politica lungimirante di acquisizioni e donazioni di opere qui esposte da importanti artisti, in 13 anni di attività culturale. Solo per citarne alcuni: Gabriele Basilico, Omar Galliani, Ivan Theimer, Hermann Nitsch, Virginia Ryan, Paolo Liberati, Kindergarten, Alessandro Chia. Lavori con tratti metodologici, linguistici e stilistici differenti e complementari, messi in dialogo in una narrazione aperta.

 

“Una storia nell’arte. I Marchini tra impegno e passione”

Fino al 21 agosto 2022 il CIAC ospita la mostra Una storia nell’arte. I Marchini, tra impegno e passione”, organizzata dalla Fondazione Carifol e che giunge a Foligno dopo l’esposizione di successo all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma. Grazie alla generosità di numerosi prestatori, sono esposte più di settanta opere selezionate fra quelle della Collezione di Alvaro Marchini e della sua famiglia, legate alla vicenda storica e umana della loro galleria La Nuova Pesa di Roma. I servizi di mostra, le visite guidate e gli approfondimenti sono curati da Maggioli Cultura, gestore del polo museale folignate.

Il visitatore può ammirare opere dei maestri moderni della storia dell’arte, tra i quali Giacomo Balla, Georges Braque, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Filippo De Pisis, René Magritte, Pablo Picasso, Giorgio Morandi, Renato Guttuso, continuando poi con i lavori contemporanei di Carla Accardi, Luca Maria Patella, Cesare Tacchi, Mimmo Jodice, Enrico Castellani, Stefano Di Stasio, Felice Levini, Vettor Pisani, Maurizio Mochetti e Salvo. Tra gli importanti nuclei in mostra, si segnala una significativa raccolta dei disegni magistrali di George Grosz, Otto Dix e Scipione. Particolarmente rara è inoltre l’esposizione dell’opera su tavola di Gino De DominicisSenza titolo”, facente parte della mostra che lo stesso artista realizzò nel 1996 nella galleria La Nuova Pesa, ultima mostra dell’artista prima della sua morte avvenuta nel 1998. Altrettanto rara in una mostra è l’opera “Senza titolo” di Jannis Kounellis, un olio su tela, metallo e coltello del 2013.

La mostra è un progetto unico e ambizioso, realizzato con la curatela di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti, Italo Tomassoni e con il coordinamento di Gianni Dessì.

È sullo svolgimento della Collezione a cura della figlia Simona Marchini – spiega il curatore Italo Tomassoniche sofferma l’attenzione della mostra di Foligno che si ricollega alla tradizione e alla vocazione del CIAC che, dalla sua istituzione (2009), è impegnato sulle figure del contemporaneo. L’area vasta sulla quale di affaccia il secondo tempo de La Nuova Pesa è frammentata e frammentaria. Fuori da ogni assiologia, le strategie si adeguano alla retorica di un individualismo sul quale pesa la tecnologia, il virtuale, la rete e tutto ciò che allontana il reale. Simona Marchini, che incarna un tempo necessariamente altro, rispetto a quello del padre, dal 1985 al 2020 realizza quasi 250 esposizioni, uno spaccato del vero, del vissuto e di ciò che sopravvive, soprattutto a Roma, di valori artistici dispersi e difficili. Scopre realtà creative portandosi fuori tiro dal coinvolgimento ideologico che aveva caratterizzato l’attività del padre Alvaro. Evita le correnti, privilegia liberamente il soggettivo, intercetta i lacerti di un’arte divenuta labile, volatile, mutevole e che, tuttavia, rappresenta ciò che ‘passa’ l’esperimentazione estetica del suo tempo. Tutto resta dentro il panorama fluttuante di opere prese nel gioco rituale dell’autoritratto. È come se ogni lavoro si riflettesse su uno specchio che rimanda l’autore”.

 

Promozione e comunicazione: questione di contenuti

La crescita costante di interesse e i numeri significativi di presenze, registrati negli ultimi mesi al polo museale del CIAC, consolidano il lavoro di ricerca artistica e di valorizzazione intrapreso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, anche grazie alla collaborazione e all’operato di Maggioli Cultura. Tali risultati si inseriscono all’interno di una più ampia offerta formativa che prevede anche momenti di mediazione culturale in favore delle scuole, bambini e famiglie, conferenze ed approfondimenti su tematiche afferenti all’arte contemporanea unitamente ad un’attenta e puntuale attività di promozione e comunicazione. Particolare attenzione è dedicata alla comunicazione istituzionale e ai canali social; sono stati realizzati i nuovi siti web dedicati ai due spazi culturali ed è stato sviluppato il virtual tour della Calamita Cosmica.

Il CIAC ha all’attivo oltre 25 mostre e un numero considerevole di conferenze, seminari e incontri con i maggiori protagonisti della scena artistica italiana e non solo.

 



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